Il primo di tre incontri organizzati da Interni con Scavolini in occasione di Pesaro Capitale della Cultura 2024 ha avuto come ospiti speciali Fabio Novembre e Imma Fiorino

Presso la Sala Della Repubblica del Teatro Rossini di Pesaro il 12 settembre si è tenuto l’incontro de “La Cucina delle idee. Progetto, creatività, inclusione”, primo di tre incontri organizzati da Interni con Scavolini in occasione di Pesaro Capitale della Cultura 2024.

Il ciclo vuole analizzare il tema dello spazio cucina e della sua evoluzione da diversi punti di vista, storico, sociale, culturale e naturalmente progettuale e tipologico.

Cucina e progetto”, questo il titolo dell’incontro del 12 settembre, si è focalizzato su come questo spazio è diventato sempre di più un ambiente fondamentale all’interno della casa. Come ha affermato Gilda Bojardi, direttore di Interni: “Oggi si parla di cucina in senso allargato: lo spazio domestico destinato alla conservazione e alla preparazione del cibo si è trasformato in un ‘ambiente multitasking’ punto di relazione del nucleo familiare, cuore e cervello della casa.

La cucina è sempre più live, scenario di performance culinarie – non si cucina più solo per necessità ma per un piacere creativo – ed è sempre più living, estensione della zona giorno, diventa un unicum, centro vitale della socialità domestica”.

Fabiana Scavolini, CEO di Scavolini, nel suo intervento ha evidenziato l’importanza di portare il design a Pesaro: “Era da tempo che volevo organizzare un evento dedicato al design qui dove Scavolini è di casa, e quale occasione migliore se non quella di Pesaro Capitale?

La nostra storia, dal 1961, è fortemente legata a questo territorio, ma si tratta anche di una storia di grande evoluzione e cambiamento, abbiamo seguito, intercettato in questi decenni le trasformazioni culturali del nostro Paese e di conseguenza come è cambiata la cucina italiana, sempre più attrezzata, progettata e bella nelle finiture e nei materiali.

E di come questa nostra progettualità sia poi stata apprezzata anche a livello internazionale dove siamo sempre più presenti”.

L’assessore alla Cultura di Pesaro nonché vice sindaco della città Daniele Vimini ha concluso gli interventi istituzionali con un apprezzamento all’impegno di Interni e Scavolini a attivare un forum sul tema della cucina nelle Marche, augurandosi che il dialogo e i progetti proseguano oltre l’anno di Pesaro Capitale.

Per quanto riguarda i due interventi della professoressa Imma Forino ordinaria di Architettura degli Interni e Allestimento al Politecnico di Milano e Fabio Novembre, architetto e designer titolare dell’omonimo studio, si è giocato sulla dualità tra storia e contemporaneità. Imma Forino – autrice per Einaudi del volume “La cucina.

Storia culturale di un luogo domestico” ha fatto un excursus storico partendo dalle popolazioni nomadi di cacciatori, passando per i costumi degli antichi greci e romani, raccontando di tradizioni medioevali dove le corti erano sempre in movimento e obbligate a trasportare le masserizie.

Nelle cucine rinascimentali gli chef iniziano ad avere un ruolo da protagonista poiché leggono e scrivono le ricette, mentre nel Settecento le corti europee dettano il modo di servire a tavola: in quella francese di Versailles, i piatti venivano tutti presentati in tavola tutti in contemporanea nella tradizione russa di San Pietroburgo si prevede un’alternanza di portate, dagli antipasti ai dessert, tradizione tutt’ora in uso in Occidente.

Nell’800 gli uomini preferiscono le fabbriche alle cucine, e questo segna l’arrivo delle donne in cucina come cuoche e cameriere.

L’arrivo delle donne coincide nel XX secolo con l’ingegnerizzazione dello spazio dove si cucina: dalla cucina di Francoforte spazio altamente igienico dedito unicamente alla preparazione del cibo, a quella americana dove sempre grazie a figure femminili come la psicologa Lillian Moller Gilbreth, si arrivò a una cucina a L (modello utilizzato ancora oggi) con piani alla stessa altezza. Dalla cucina del Novecento con cui ha concluso il suo racconto la Forino (includendo anche le trasgressioni e le utopie del design radicali). All’attualità raccontata da Fabio Novembre.

Il designer salentino ma da sempre attivo a Milano ha evocato due momenti importanti che hanno contribuito all’indiscutibile successo della cucina italiana nel mondo: la grande tradizione culinaria, quel ‘lavorare con le mani’ che ha dato lustro ai molti chef nazionali e quel ‘progettare con il cuore e oltre che con la testa’ tenendo conto delle necessità reali del mondo contemporaneo.

Novembre ha inoltre sottolineato il valore della tecnologia intesa come una specie di magia, facendo l’esempio del progetto Dandy Plus, la cucina che ha disegnato per Scavolini, in cui è stata introdotta la domotica.