1. Arte Fiera
La prima è ovviamente Arte Fiera. Diretta da Simone Menegoi, quest’anno conta 196 espositori. Fra i graditi ritorni vanno segnalati quelli di gallerie top come Lia Rumma, Franco Noero, Sprovieri e Apalazzo.
Quattro in tutto le sezioni. La Main section come ormai da consuetudine ondeggia fra arte storicizzata e contemporaneo. Poi ci sono Fotografia e immagini in movimento, Pittura XXI e Multipli, che presenta al pubblico lavori in edizione limitata, che vanno dal libro d’artista al design d’autore. Accanto alle varie sezioni ci sono poi gli Special projects che sfoggiano un cartellone da applausi.
Fra i must, il progetto Opus Novum, attraverso cui la fiera commissiona un’opera a un artista.
Per l’edizione 2024 tocca ad Alberto Garutti, scomparso l’anno scorso, e Luisa Lambri. Quest’ultima famosa soprattutto per le sue foto di architetture moderniste, tanto essenziali da sembrare opere astratte.
L’artista comasca ha scelto di raccontare per immagini due edifici simbolo dell’architettura bolognese anni Settanta: la chiesa di Santa Maria Assunta a Riola di Vergato, l’unica opera permanente di Alvar Aalto in Italia, terminata nel 1976, e il Padiglione de L’Esprit Nouveau, copia filologicamente accurata di un’architettura effimera di Le Corbusier degli anni ’20, costruita nel 1977 proprio alle porte del quartiere fieristico.
Last but not least, il progetto di Mutina for Art firmato da Maurizio Cattelan. Curato da Sarah Cosulich e intitolato Because, si tratta di un sorprendente dialogo tra due opere di Cattelan inserite all’interno di uno spazio dominato dalla collezione ceramica Fringe, disegnata per Mutina da Michael Anastassiades.