Dal 17 luglio, nella cornice del borgo di Castell'Arquato, sulle colline della Val d'Arda, prendono avvio le celebrazioni in onore del librettista e drammaturgo Luigi Illica. Nella serata di gala di sabato 24 luglio, l'VIII edizione annuale del Festival Illica e la XXXII edizione biennale del Premio Luigi Illica

Castell'Arquato celebra il suo figlio più illustre, Luigi Illica, librettista e drammaturgo, con uno corposo programma musicale e non solo. Soldato, giornalista liberale e repubblicano, duellista, amante delle belle donne e del buon vino: queste solo alcune delle tante anime di Luigi Illica che il borgo piacentino torna a celebrare. Librettista di grandi operisti come Giacomo Puccini, Pietro Mascagni, Umberto Giordano, ha realizzato con loro i più celebri titoli del melodramma da Tosca a La Bohème, da Madama Butterfly a Andrea Chénier.

Castell'Arquato, uno dei borghi più belli d'Italia

L’edizione 2021, che ha in Fabrizio Cassi il direttore artistico e musicale, propone un programma dalla formula rinnovata, arricchito prima della serata di gala del 24 luglio: Illicamente sabato 17 e martedì 20 luglio (ore 21) al Parco delle Driadi, in collaborazione con il Conservatorio Giuseppe Nicolini di Piacenza diretto da Walter Casali, propone due concerti che anticipano il Festival e introducono alla tradizione operistica un pubblico più giovane; domenica 18 luglio (ore 21), al Parco delle Driadi, una conversazione tra Mariateresa Dellaborra, esperta musicologa e titolare della Cattedra di Storia della Musica al Conservatorio G. Nicolini, e Giangiacomo Schiavi, giornalista e scrittore, sulla figura di Luigi Illica giornalista, scrittore e librettista operistico.

Fabrizio Cassi,
curatore del Festival.
L’intento è focalizzare la figura di Illica nei suoi aspetti poliedrici all’interno del mondo culturale ottocentesco. Librettista, scrittore, giornalista e legato alle proprie radici e ideali. La conferenza di domenica 18 e la serata del 24 luglio, sono pensate per evidenziare il valore intrinseco dei libretti d’opera. A ogni atto scelto di Andrea Chénier, Madama Butterfly, Bohème ci saranno recitativi dell’attore Giorgio Melazzi, da cui si evinceranno bellezza e musicalità del suo lavoro. È Illica a trasformare il linguaggio della lirica in una prosa apprezzabile anche con la semplice lettura. (Fabrizio Cassi, direttore artistico del Festival)"

Scelte audaci

Walter Casali è il direttore del Conservatorio Giuseppe Nicolini di Piacenza, che in questa edizione del Festival Illica partecipa con due concerti imperdibili. Per l’audacia delle scelte musicali: un repertorio che va dal Novecento storico al contemporaneo, ideale per appassionati ma anche per un pubblico meno preparato. E per l’inusualità: il Percussion Ensemble diretto dal maestro Loris Stefanuto per sabato 17 luglio e il quintetto a fiati per martedì 20 luglio, nel Parco delle Driadi di Castell’Arquato alle 21,00.

Sono scelte audaci: ce le siamo fatte spiegare da Walter Casali.

“Ormai ci siamo: è stato un lavoro preparatorio durato un anno, di cui sono molto felice per diverse ragioni. La nostra presenza al Festival Illica di Castell’Arquato ha per me un grandissimo valore. Il nostro lavoro ha molto significato per le comunità di questo territorio e riesce ad avere un impatto culturale importante e misurabile. Il compito del Conservatorio è anche quello di disseminare consapevolezza musicale, incuriosire il pubblico.

È un repertorio adatto a ogni genere di pubblico?

“Il Festival è seguito da un pubblico eterogeneo. La lirica ovviamente raccolgie più attenzione, in questo territorio è conosciuta e amata. Ma vogliamo portare avanti la missione educativa del Conservatorio e creare occasioni di ascolto e di conoscenza per tutti. Anche per la musica strumentale meno conosciuta e meno diffusa. È uno sfoggio di strumentazioni inusuali per incuriosire e mostrare qualcosa di prezioso”.

La scelta delle percussioni corrisponde a quest’idea?

“Ci sono strumenti rari e poco conosciuti nel Percussion Ensemble. E il programma privilegia musicisti contemporanei e moderni, che apprezzano le percussioni e hanno creato un repertorio ampio, che dà ampie possibilità di espressione. Il concerto di sabato sera ha una nota entusiasmante, allegra, coinvolgente, adatta a tutti. In questo senso è senzaltro un evento che contribuirà a incuriosire e appassionare”.

Mentre i fiati del concerto del 20 luglio sono per un pubblico più raffinato?

“Anche qui il repertorio selezionato appartiene al Novecento. C’è Astor Piazzolla, di cui quest’anno ricorre il centenario. Ci sono pezzi di Nino Rota, Ibert e Bozza. I fiati però evocano atmosfere più intime, riflessive e invitano a un ascolto meditativo. Ma è un’occasione per assistere all’esecuzione di quintetto raro, composto da corno, oboe, clarinetto, flauto e fagotto, che esegue partiture originali o trascritte. L’intento è di non venir modo alla riproposizione e alla restituzione alla collettività di modi e repertori ottocenteschi. È uno degli obiettivi del Conservatorio, utile a risvegliare competenze e passioni quasi innate nel pubblico italiano.

Luigi Illica, una personalità multi tasking

Gian Giacomo Schiavi, giornalista del Corriere della Sera, si autodefinisce un “clandestino a bordo” del Festival. La sera del 18 luglio, al Parco delle Driadi di Castell’Arquato medierà una conversazione con la musicologa Mariateresa Dellaborra sulla figura di Illica scrittore. “Sono stato chiamato per provare a leggere qualcosa di insolito su Illica. Mariateressa Della Borra è senz'altro più competente di me: io darò uno sguardo su Illica giornalista e scrittore, eclettico bohemien. Un uomo variegato e multiforme, oggi diremmo multi tasking.

Ci dà un'anteprima ?

“C’è un aspetto che non è molto conosciuto di Illica nel suo ruolo di giornalista per il Corriere della Sera e fondatore del Don Chisciotte, un giornale bolognese. In questa veste Illica interpreta quelle che erano le caratteristiche del giornalismo risorgimentale, gagliardo, di denuncia, di critica. Prelude alla versatilità dei libretti pucciniani, che sono le opere più popolari. Poi c’è un altro elemento di scoperta, che è la scrittura in solitaria di Andrea Chénier, un racconto affine alla stagione rinascimentale: un mondo che coltivava uno spirito libertario e egualitario. Un bel dì vedremo… è una spinta a ideali da riscoprire. L’opera in quel periodo era qualcosa di straordinario, una rappresentazione sociale con contenuti valoriali e ispiranti”.

A che pubblico si rivolge la lirica oggi?

“Forse è interessante rileggere e riscoprire qualcosa al di là delle definizioni convenzionali. L’idea è di non fermarsi all’immagine rituale del librettista col colletto inamidato e il cilindro, ma andare a vedere questi personaggi e le loro storie particolari. Illica che fa il mozzo su una nave e poi diventa un intellettuale, uno scrittore, un giornalista. Dà un’idea della complessità della vita e della pervicacia che porta al compimento della volontà. L’opera sembra una cosa da iniziati, che esclude i giovani. Ma andrebbe spiegata e raccontata daccapo. Se si interpreta la costruzione musicale accanto a quella narrativa, si trovano spaccati di un’epoca da approfondire perché è appassionante, fondativa del nostro paese. Un momento in cui si costruisce un’identità italiana legata a una storia, alla cultura e all'eroismo a volte tragico, ma anche liberale, anticonvenzionale, amoroso. Tant’è che usiamo ancora aggettivi che arrivano fino a noi intatti, come bohème. Quando il nuovo riesce a fare del passato un gioiello, allora si compie il miracolo di attualizzare il passato e di renderlo di nuovo vivo”.

Di cosa parlerà con Mariateresa Dellaborra?

“Parleremo della figura dei librettisti nell’Ottocento, di come hanno contribuito a rendere il paese meno provinciale. Manon Lescaut, Tosca, La Bohème. Sono tutte opere che portano immediatamente l’Italia immediatamente in dimensioni internazionali. Mariateresa Dellaborra racconterà tutto questo. E il rapporto difficile fra librettisti e compositori, il bisogno di cambiare codici e linguaggio. Il popolo seguiva la lirica, si identificava. Il linguaggio quindi univa il bel canto alla musica, alla trama. C'era una passione contagiosa, che metteva in relazione le diverse classi sociali. Il popolo accedeva al loggione e aveva un peso nella critica, era temuto. La lirica era un punto di incontro aperto a tutti. Forse potrebbe tornare tale, se si aprisse a una piccola rivoluzione”.

Il suo lavoro di ricerca negli archivi del Corriere della Sera cosa ha rivelato di Luigi Illica?

Ho trovato molti articoli scritti per il Corriere Teatrale, le pagine dedicate agli spettacoli. Ma soprattutto ho trovato il suo coccodrillo, l’addio del 1919 scritto da Renato Simoni, il padre della critica teatrale italiana. Ne fa un ritratto straordinario, parla di Illica come di un moschettiere. E conferma la mia impressione di un personaggio guascone, ribaldo. Questo suo modo di presentarsi, pittoresco, con grandi storie. Un uomo di cappa e spada: addirittura Simoni racconta di un duello il cui padrino fu Giosuè Carducci. Possiamo immaginare una singolar tenzone per qualche discussione infuocata. Un personaggio della bohème lombarda, che vive e lavora nello stesso solco giornalistico di Felice Cavallotti.

Un intellettuale capace di sfidare a duello gli antagonisti. La sua biografia sembra avventurosa…

Era arrivato a Milano all’inizio del 1880 a cercar fortuna. Fa parte di quella legione di sognatori che si trasferiva a Milano sfidando le proprie origini, in cerca della grande città. Illica è completamente squattrinato, nonostante venga da una famiglia tutto sommato non povera. È come un eroe romanzesco. Alloggiava a casa di un calzolaio e d’inverno bruciava i modelli di legno delle scarpe per scaldarsi. In un periodo in cui si firmano cambiali anche per due sigari, Illica era il re delle trovate e del racconto al Caffè Manzoni. Vivace, polemico, esuberante. Simoni lo descrive come “lo scrittore dalla fantasia turbinosa, l’occhio azzurro e il sopracciglio irritato”.

Possiamo definire Luigi Illica uno scrittore?

Lui è uno scrittore mancato, gli è mancata l’opera di letteratura. Era un autore fecondo, dall’attività febbrile. Si mise a fare i libretti d’opera quasi come una seconda scelta, forse era più attratto dalla commedia, dalla narrativa. Eppure scrisse dei capolavori. Cercava il vero melodramma, nella vita e nel romanzo. Prima di morire mandava delle lettere agli amici in cui raccontava di una nuova opera ispirata all’Eneide, sulle origini dell’Italia. È stato un vero uomo della sua epoca, libero quando libertà significava soprattutto mettersi in gioco con le menti vivaci e belligeranti dell’epoca, impegnate a gettare le fondamenta della modernità.

Sabato 24 luglio (dalle ore 20) nella piazza del Municipio, l'VIII Festival Illica e la XXXII edizione biennale Premio Luigi Illica, con la premiazione di artisti affermati ed emergenti e personalità della mondo della cultura. Premio alla memoria Eugenia Ratti, soprano italiano; premiati Maria Agresta, soprano; Maisuradze Badri, tenore e Ministro della Cultura della Georgia; Cristina Ferrari, direttore artistico e musicale Fondazione Teatro Municipale di Piacenza; Orchestra Toscanini, nella persona di Carla di Francesco, presidente o, in alternativa, Alberto Triola, sovraintendente e direttore artistico; premio Illica d’Oro: Monica Maggioni, giornalista e opinionista.

Durante la serata, saranno eseguiti atti e pagine scelte dalla produzione di Illica: Terzo Atto della Bohème, Libretto di L. Illica e G. Giacosa/ musica di G. Puccini; Pagine scelte dell’Andrea Chénier, Libretto di L. Illica / musica di U. Giordano; Terzo Atto di Madama Butterfly, Libretto di L. Illica e G. Giacosa/ musica di G. Puccini. Tra gli artisti, sul palco: Yao Bohui, Renata Campanella, Cristina Melis, Claudio Sgura, Marta Torbidoni, Angelo Villari.

Presenta la serata Mara Pedrabissi, giornalista e responsabile della pagina Spettacoli della Gazzetta di Parma. L’allestimento prevede video mapping e proiezioni. Il cast è composto da eccellenze del panorama musicale, accompagnato dalla Bazzini Consort Orchestra di Brescia. Ogni atto sarà introdotto dall’attore Giorgio Melazzi che, nei vesti di Illica, leggerà versi dei libretti dell’opera per evidenziare la bellezza e la musicalità del testo che con la musica non viene così esaltata: i libretti di Illica possono esser tranquillamente esser rappresentati in prosa.

L’ingresso alla serata di gala, è possibile circa un’ora prima dell'inizio previsto per le ore 20.00. Per informazioni e biglietti: biglietteria.castellarquato@gmail.com, castellarquatoturismo.it festivalillicacastellarquato.it

La manifestazione è organizzata dal Comune di Castell’Arquato con la collaborazione della Pro Loco e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e Regione Emilia Romagna. Media partner dell’evento Interni, il magazine di interiors e contemporary design del Gruppo Mondadori diretto da Gilda Bojardi. Sponsor: Mediolanum.