Rio, Ronda e Round è quasi un mantra aziendale per Emu. Sono i nomi con i quali sono state battezzate le sedie in metallo che hanno segnato i sessant’anni di storia dell’azienda leader in Italia nell’arredo da esterni. Rio, nata nel ’66 è stata la protagonista degli anni Settanta, il modello più venduto in assoluto.

Oggi la numero uno è Ronda che, nata nel ’94, continua ancora a crescere. “La futura numero uno sarà Round che, disegnata da Christophe Pillet, sta crescendo molto bene”, rivela Roberto Ambroso, che condivide il ruolo di amministratore delegato di Emu con Giorgio Comodi. Per suggellare l’anniversario aziendale, Emu ha realizzato un piccolo logo stilizzato che simbolizza la sua presenza continuativa, anche dal punto di vista produttivo, nel cuore dell’Italia, a Marsciano in Umbria. “Produrre in Italia – spiega l’amministratore delegato – è molto importante nel settore dei mobili da esterno, tanto più per chi, come noi, è specializzato nella lavorazione dell’acciaio che, essendo esposto perennemente alle intemperie climatiche, deve essere di alta qualità per non deteriorarsi. Un mercato che, invece, negli anni più recenti, è stato inondato dalle produzioni asiatiche anche per i marchi di alta gamma”. Emu, fondata sessant’anni fa dalla famiglia Biscarini, nel 2005 è stata acquistata dal fondo L Capital, di Lvmh, il gruppo francese del lusso, che fino al 2009 ha portato avanti una politica di riposizionamento del marchio affidata al manager Marco Dolcino. Cinque anni che hanno segnato il vero ingresso di Emu nel design con la collezione Advanced, alla quale hanno collaborato nomi come Urquiola, Massaud, Pillet e Navone. “È stato un lavoro molto positivo per il posizionamento e la visibilità del marchio” spiega Ambroso, “ma ha spostato troppo bruscamente il core business dell’azienda dal mobile da giardino per il mercato più tradizionale, all’oggetto di design per esterno. Con un risultato ottimo in termini di visibilità, ma non dal punto di vista economico”. La perdita di fatturato ha pesato nei bilanci dell’azienda riacquistata nel 2009 dalla famiglia Biscarini che, a fine 2010, l’ha venduta al fondo Opera. I manger, Roberto Ambroso e Giorgio Comodi, hanno il compito di riequilibrare il business di Emu ancorandolo alla produzione più classica e tradizionale, senza abbandonare la collezione di design. Un lavoro che l’anno scorso ha fatto crescere il fatturato del 20 per cento, portandolo a 30 milioni di euro. Nel 2010 è stata presentata la collezione di Arik Levy e a settembre, a Parigi, esordirà il nuovo progetto con Jean Nouvel che entrerà sul mercato nel 2012. Sono stati sviluppati 80 nuovi articoli classici con il coinvolgimento di Cristophe Pillet, destinati alla clientela più tradizionale di Emu, della ristorazione e del contract. “Vogliamo allargare la base di prodotto per offrire ai nostri clienti i complementi classici da giardino come la collezione di barbecue che abbiamo già lanciato” racconta Ambroso, “E al Salone del Mobile presenteremo una riqualificazione di tutta l’offerta tessile. Con l’idea di continuare a fare qualità e design di gusto scandinavo, moderno e contemporaneo, che è stata una caratteristica dell’azienda sin dai suoi esordi”.