Francesca Lanzavecchia, da dove nasce il progetto Veleni?
Dalla richiesta di Particle che ci ha invitato a disegnare una collezione sostenibile. Una richiesta che per noi creatori di oggetti è parsa quasi paradossale.
La sostenibilità, infatti, non può essere affrontata a breve termine ma dovrebbe essere un obiettivo a lungo termine che nasce dalla consapevolezza e dalla collaborazione tra le discipline, dato che riguarda ogni attività umana.
La collezione Veleni – in cui convivono microplastiche, microfibre, pillole, detersivi, pneumatici e piombo – è partita così, da una ricerca estensiva, da una presa di coscienza del male che ci facciamo quotidianamente ingerendo veleni che produciamo e rilasciamo nell’ambiente e che poi, invisibili, tornano sulla nostra tavola.
Sostanze dannose che incontriamo, respiriamo, ingeriamo inconsapevolmente. I pezzi della collezione imbandiscono una tavola creando un confronto, in maniera ironica, diretta, intima e interattiva, con alcuni veleni.
Il progetto è accompagnato da un testo curatoriale di Maria Cristina Didero.