Curata da Noemi Blager, A Lot with Little inaugura durante il Carnival Venezia e racconta come dieci architetti di tutto il mondo hanno risposto, in modi diversi, alla crisi climatica, sociale ed economica

Nel contesto di Carnival 2023, la rassegna di appuntamenti organizzata a Venezia per approfondire i temi caldi della la Biennale Architettura 2023 (che quest'anno è curata da Lesley Lokko e ha come tema The Laboratory of the Future), inaugura il 26 settembre la video installazioneA Lot With a Little.

Una mostra audiovisiva che racconta come 10 architetti provenienti da tutto il mondo abbiano affrontato – ognuno a modo suo - la sfida della crisi climatica, sociale ed economica. Il progetto, curato da Noemi Blager con il supporto del video maker Tapio Snellman e sostenuto da Arper, vuole essere spunto di riflessione riguardo a come l’architettura sia la soluzione per soddisfare le necessità delle persone, prima di tutto.

A Lot with a Little: perché vederla

Come l’intero ciclo di incontri, talk, tavole rotonde e mostre incluse del palinsesto Carnival, l’installazione A Lot With a Little è aperta al pubblico. Un buon motivo per visitarla risiede sicuramente nel messaggio che vuole trasmettere, ovvero sensibilizzare lo spettatore riguardo il lavoro di 10 architetti provenienti sia dal Nord che dal Sud del mondo, tutti concepiti in modo etico e responsabile nonostante le condizioni socio-culturali diverse. Al centro di ognuno, il futuro del pianeta.

Dal punto di vista esperienziale, invece, consigliamo di includere A Lot With a Little nella vostra to-do-list perché concepita come un’installazione video multischermo, in un contesto immersivo che coinvolge e conduce i visitatori all'interno di ogni singolo progetto, consentendo loro di comprenderne le sfide progettuali e di provare la sensazione di abitarli.

Gli architetti che hanno partecipato alla realizzazione del progetto

Provenienti da differenti aree del mondo, gli architetti coinvolti nella mostra sono: Mariam Issoufrou Kamara (Niger), Anne Lacaton e Jean Philippe Vassal (Francia), Mauricio Rocha (Messico), Marina Tabassum (Bangladesh), Jan de Vylder e Inge Vinck (Belgio), Solano Benitez (Paraguay), Francis Kéré (Germania), Marta Maccaglia (Peru), Shigeru Ban (Giappone), Marta Peris e Jose Toral (Spagna), i cui progetti esemplificano quattro grandi temi: edifici residenziali, scuole, trasformazioni di edifici esistenti e progetti di ricostruzione in caso di calamità, tutti accomunati dell’impatto positivo che il progetto architettonico ha generato sulle comunità coinvolte.

Il sostegno di Arper

La curatrice dell'installazione, Noemi Blager, ha scelto di rivolgersi ad Arper individuando nell'azienda un partner con cui condividere il senso di responsabilità ed etica.

“Sostenere e promuovere questo progetto per noi significa dare eco ad un messaggio potente: in architettura – come nel design – si deve progettare per le persone prima di tutto, per offrire soluzioni nuove e utili alle loro necessità" ha dichiarato Roberto Monti, ceo di Arper.