Un’indagine inedita sul mondo del gioiello contemporaneo: sei designer e sei architetti raccontano il linguaggio comune fatto di rapporti, connessioni, equilibri di pesi e volumi che condividono l’architettura e il gioiello.
Giampaolo Babetto, David Bielander, Helen Britton, Peter Chang, Monica Cecchi e Philip Sajet sono i sei designer chiamati a interpretare con nuove creazioni realizzate ad hoc i modelli di Vittorio De Feo, IaN+, Sergio Musmeci, Pier Luigi Nervi, Maurizio Sacripanti e Carlo Scarpa conservati nelle collezioni del MAXXI Architettura.
La mostra, curata da Domitilla Dardi, racconta il legame tra piccola e grande scala.
I gioielli vengono presentati in mostra insieme ai disegni preparatori e all’apparato documentario che sottolinea il processo di costruzione del lavoro progettuale e l’esecuzione di pezzi unici e serie limitate, completamente differente dalla gioielleria industriale.
Allo stesso modo i modelli di architettura saranno accompagnati da disegni, fotografie, video che restituiscano il senso dell’intero processo progettuale.
Un gioiello è un oggetto che si presta a molte letture.
La prima è tradizionalmente quella estetica, ma accanto a questo piano, al quale si affianca anche quello antropologico, sociale e culturale, esiste una ricerca strutturale del gioiello estremamente complessa, molto evidente nella produzione contemporanea, in cui più che la preziosità dei materiali, conta la complessità della configurazione, l’idea, la forma.
Giunti e connessioni contano più dei carati e il disegno trova molti punti in comune con l’architettura, sebbene con finalità e scale diverse.
La mostra Corpo, movimento, struttura. Il gioiello contemporaneo e la sua costruzione mette in mostra come architettura e gioiello si relazionano con il corpo in movimento, al quale rispondono con una struttura in grado di “abitarlo” o di fargli abitare uno spazio.