Ieri 6 novembre pomeriggio, presso l’ADI Design Museum di Milano, è stato presentato l’ADI Design Index 2023, il volume che condensa il best of del design italiano.
La selezione concorre, insieme alla rosa dei candidati dello scorso anno, alla 28esima edizione del Compasso d’Oro, l’ambito riconoscimento biennale nato nel 1954 da un’idea di Gio Ponti, premio che nel 2024 compie settant’anni.
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Per l'ADI Design Index 2023 sono 219 progetti entrati in produzione nel 2022, così divisi:
- Design per l’abitare (46 prodotti)
- Design per l’illuminazione (18)
- Design per il lavoro (23)
- Design dei materiali e dei sistemi tecnologici (17)
- Design per la persona (15)
- Design per il sociale (12)
- Ricerca teorica, storica, critica e progetti editoriali (17)
- Design per la comunicazione (16)
- Exhibition design (16)
- Ricerca per l’impresa (14)
- Design per la mobilità (10)
- Food Design (7)
- Design dei servizi (8)
A questi si aggiungono 19 progetti degli studenti delle università di design italiane in lizza per la Targa Giovani.
Tra le personalità intervenute alla presentazione, Luciano Galimberti e Antonella Andriani, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’ADI, Umberto Cabini, presidente della Fondazione ADI Collezione Compasso d’Oro, Laura Traldi e Francesco Zurlo del comitato scientifico dell’Osservatorio permanente del design ADI, l’organismo che conduce la meticolosa selezione in tutto il territorio italiano attraverso tre fasi di scelta, per garantire una riflessione approfondita sulle qualità di ogni prodotto candidato.
La qualità è da premio
La parola chiave intorno a cui ruota l’ADI Design Index 2023 è la qualità - progettuale, produttiva, manifatturiera, dei processi - come scrive Luciano Galimberti nel catalogo, “qualità come fattore distintivo e strutturale di sviluppo sostenibile e responsabile, qualità come connettore presente nell'intera filiera del design italiano: nucleo centrale attorno al quale concepire e sviluppare idee innovative per coniugare funzionalità e benessere. La qualità non più come obiettivo finale, ma come riconoscimento di un metodo”.
ADI Design Index 2023: i progetti selezionati
“Vi basterà dare uno sguardo veloce alla parte iniziale del libro per notare come, soprattutto nell’arredo, non ci sono prodotti rivoluzionari”, sottolinea durante il suo speech Laura Traldi, curatrice editoriale di internimagazine.it e membro del comitato scientifico dell’Osservatorio permanente del design ADI, precisando come sia un dato fisiologico in un settore maturo come quello dell’arredamento.
“Ci sono, però, tante proposte che – magari per un dettaglio, per l’uso particolare di un materiale o per una scelta di manifattura – spingono in qualche modo avanti il mondo del progetto. Ci sono sedute che incarnano nuovi modelli di business, come la Oto Chair di Alessandro Stabile e Martinelli Venezia per One To One.
Ce ne sono di totalmente monomateriche che hanno una doppia funzione, come Aka di Konstantin Grcic per Magis, che è un po’ sedia e un po’ sgabello. Ci sono poltrone, come Flutz di Michael Anastassiades per Cassina, che arrivano al 90% di disassemblabilità in vista di una riparabilità maggiore e di uno smaltimento efficiente a fine vita”.
Impossibile citare tutti i progetti selezionati per l'ADI Design Index 2023, che sono in mostra fino al 19 novembre presso l’ADI Design Museum in piazza Compasso d’Oro 1 a Milano, per poi sbarcare a Roma, dal 27 novembre al 2 dicembre nello Spazio WeGil Hub culturale della Regione Lazio gestito da LAZIOcrea in Largo Ascianghi 5.
Tra gli arredi che concorrono al Compasso d’Oro c’è il divano Za:za di Zaven per Zanotta che traccia un nuovo modo di progettare il divano, con un sistema costruttivo ispirato al principio dell'amaca, con cuscini di braccioli, schienale e seduta che vengono calzati come un abito sartoriale sullo scheletro metallico. C'è poi la nuova Riciclantica Outline di Valcucine, disegnata da Gabriele Centazzo, una soluzione modulare composta da blocchi funzionali accostabili tra loro, grazie ad elementi sospesi declinati, da configurare a seconda delle esigenze.
Per l’illuminazione: Chiaroscura di Alberto e Francesco Meda per Foscarini, la lampada da terra che rilegge il luminator, capace di illuminare non più solamente verso l’alto, ma a 360 gradi; To Tie di Guglielmo Poletti per Flos, una lampada da tavolo composta da elementi ridotti al minimo, tenuti insieme dalla sola tensione meccanica, senza viti, colle o saldature; e Mini Geen-A di Ferruccio Laviani per Kartell, la reinvenzione della lampada da lettura, un oggetto familiare con un’impugnatura per trasportarlo agevolmente ovunque.
Per design per la mobilità, Thefalcon, la bici realizzata con la stampa 3D di Romolo Stanco per l’azienda Bianca, personalizzabile in base alle informazioni sul ciclista (caratteristiche fisiche, di movimento, esigenze e prestazioni) grazie alla progettazione adattiva.
Per Design dei materiali e dei sistemi tecnologici, Mathera di Diego Grandi per Saib Egger Group, una superficie solida, compatta ed ecologica, in cui un sottile strato di polveri di legno, pietra e quarzi provenienti da scarti di lavorazione, amalgamato con leganti resinosi, riveste un pannello prodotto utilizzando esclusivamente legno a fine vita.
L'ADI Design Index premia la sostenibilità, quella vera
“La sostenibilità è ormai saldamente al centro di ogni progetto”, continua Laura Traldi, “con le aziende impegnate in modo concreto nel passaggio verso una produzione più green, ottenuta grazie ad approcci sempre più sistemici (e quindi più di impatto sul lungo termine)”.
Una sostenibilità vera, quella premiata dall’ADI Design Index 2023, verificata attraverso uno scrupoloso lavoro di indagine: “Abbiamo richiesto chiarimenti e specifiche per evitare spiacevoli casi di greenwashing”, aggiunge Laura Traldi.
Design come inclusività
Tra le parole chiave indicateci da Francesco Zurlo, preside della Scuola del Design del Politecnico di Milano e membro del comitato scientifico dell’Osservatorio permanente del design ADI, c’è l’inclusività: “Il design è sempre più inclusivo e lo è su più oggetti di progetto. Giusto per citare alcuni esempi: Cancellato Uniform, un’idea rivoluzionaria che lavora solo su 3 taglie, cambia il modello di business per rendere più sostenibile il settore del fashion, utilizza tecnologie evolute di produzione.
Il collettivo torinese Hackability, che premia una tesi di laurea del Politecnico di Torino, Dobby, uno strumento utile e universal per i lavori in cucina; sempre lo stesso collettivo che propone un sistema di gestione alberghiero, Sherlock, che guida gli ipovedenti nella fruizione di spazi comuni e stanze d’albergo.
E poi i ragazzi di Isinnova: con Letizia, una protesi realizzata per amputati – facendo riferimento alla disastrosa guerra in Ucraina – che costa dieci volte meno che una protesi tradizionale.
Tutti prodotti, questi, pensati per l’inclusione e realizzati con tecnologie di stampa 3D. Inclusione con uso di tecnologia – sensori e accelerometri – per la cintura salva-femore Future Age – per senior citizen, attivi utenti di luoghi urbani, per una silver walkability sicura.
O soluzioni integrate – dal layout ai sistemi domotici – nella ricerca Home Care Design per i malati di Parkinson. Infine, giusto per citare un altro caso, un progetto di innovazione sociale che punta sul rapporto intergenerazionale, come BIG, il Borgo Intergenerazionale di Greco di AB Città”.
Design come coinvolgimento
“Altra parola chiave dell'ADI Design Index 2023 è coinvolgimento, ma suona meglio engagement in inglese, anche ingaggio in italiano ha qualcosa di militare”, continua Francesco Zurlo.
“In cosa consiste? In quanto e come il design possa essere funzionale a coinvolgere le persone di un’organizzazione verso scopi condivisi. In relazione al tema Sostenibilità il lavoro di Nicoletta Crisponi per Lifegate Way, con Sostenibilità 10 e lode che usa il design thinking per orientare tutti verso obiettivi di sostenibilità partecipati.
La ricerca per l’impresa evidenzia questo aspetto, presentando un ambito operativo del design che al momento è seminale ma che mostra delle buone opportunità di crescita.
Si veda Amploom, promosso da donne (prevalentemente) che si occupano di design dei servizi, che si rivolge direttamente ai responsabili delle risorse umane di eFM per realizzare un Cadidate Experience Hub, un WS utile per definire e allineare soft skills.
Oppure Oblo per Medici Senza Frontiere con Maximizer, utile anch’essa a definire il purpose comune. E ancora Polaris per Loccioni, o Digital Experience di Talent Garden per offrire servizi oltre un semplice desk ai coworkers”.
Non solo oggetti: design dei servizi, per il sociale e la comunicazione
Non solo oggetti ma anche servizi, piattaforme online e app tra le scelte dell’ADI Design Index 2023. Tra questi, Platform, ideato da Dotdotdot per la Fondazione Luigi Rovati: un sistema digitale integrato per il nuovo Museo d’arte della Fondazione, con app audioguida in grado di geolocalizzare i visitatori e di fornire informazioni prima, durante e dopo la visita, di agevolare la gestione digitale del museo (biglietteria, shop online, sensori), controllare i flussi del pubblico e monitorare le informazioni ambientali.
Tra i progetti selezionati nella categoria Design per il sociale c’è Nolo ricicla, frutto del lavoro a più mani di Stefano Castiglioni, Sebastiano Ercoli e Alessandro Garlandini per ilVespaio: associazioni, bar e ristoranti di Nolo diventano centri di raccolta di cassette, tappi e imballaggi; grazie al coinvolgimento di artigiani e fornitori locali, i rifiuti vengono trasformati in allestimenti e arredi per le scuole del quartiere e per migliorare gli spazi del Mercato Comunale di viale Monza e dell’Ex Convitto del Parco Trotter.
Nella categoria Design per la comunicazione numerose le iniziative teatrali: come la promozione della stagione 2022-23 del Piccolo teatro di Milano, curata da Leftloft, con manifesti degli spettacoli, comunicazione social e merchandising animati da illustrazioni enciclopediche affiancate a una tipografia modernista dalle proporzioni inaspettate e a immagini evocative che rimandano a ciò che avverrà sul palco; e il restyling dell’immagine coordinata del Teatro alla Scala di Milano, che dopo cinquant’anni con la medesima comunicazione si rifà il look e si affida a Tomo Tomo, studio di graphic design che ha lavorato alla nuova identità del teatro, all’art direction della campagna della stagione e di tutti i prodotti editoriali nel segno della tradizione e con grande rispetto dell’istituzione milanese fondata nel 1778, restituendo chiarezza e coerenza.
In exhibition design, l’allestimento di Baldessari e Baldessari per Quel che resta del presente, la mostra delle opere di Gianluigi Colin, curata da Achille Bonito Oliva, concepita per gli spazi della Chiesa di Sant’Agostino a Piacenza, dove le maxi tele Impronte - materiali di pulizia delle rotative di stampa di quotidiani e libri - sono poste esattamente dove prima c’erano le pale d’altare cinquecentesche, evocando la ritualità delle funzioni sacre e al contempo il movimento dei flussi di giornali che escono dalle rotative dei quotidiani.
Progetti editoriali
Tra le 17 scelte dell’ADI Design Index 2023 per la Ricerca teorica, storica, critica e progetti editoriali, c’è Semplici formalità di Giulio Iacchetti, edito da Johan & Levi Editore, un libro in cui l’autore-designer rende giustizia a oggetti umili quanto utili, dalle pedine del Monopoli allo stecco del gelato, protagonisti del vissuto quotidiano e dei ricordi.
Tra i volumi nominati anche Lo stato delle cose di Chiara Alessi, edito da Longanesi, un secolo di storia della Repubblica Italiana raccontato seguendo e tessendo insieme le storie degli oggetti e di chi li ha pensati, creati, usati, e del Paese che li ha vissuti.
E ancora: XXX-Y 30 anni di Fuorisalone di INTERNI edito da Electa (art direction Christoph Radl, progetto grafico Eleonora Sicolo), il volume che racconta la nascita del FuoriSalone nel 1990 per volontà di Gilda Bojardi e della rivista INTERNI, una rassegna di oltre mille immagini, con i ricordi e i progetti di più di 2.500 personaggi e gli eventi più memorabili.
Targa Giovani
Agli oltre duecento progetti selezionati si aggiungono le 19 proposte degli studenti delle università di design italiane in corsa per la Targa Giovani.
Fra queste, Care idea: bike pack, backpack di Paolo Giancarlo Sesana, studente del Politecnico di Milano, una borsa da bicicletta per il soccorso trasformabile in zaino, leggera, formata da tre moduli (del volume complessivo di 45 litri) che ribaltandosi permettono di cambiare la configurazione da bike pack a backpack, semplicemente tirando una corda.
“Tra le 19 selezioni per Targa Giovani ci sono pochi prodotti tradizionali associati e molta ricerca e sperimentazione”, sottolinea Francesco Zurlo.
“C’è molta imprenditorialità: una configurazione di tecnologie che scoprono nuovi significati e intercettano nuovi bisogni. Direi anche una speranza progettuale, che viene proprio dalle giovani generazioni, in tempi che non promettono nulla di buono”.
Giovani e donne: i grandi dimenticati
Se l’ADI dà spazio agli studenti con le Targhe Giovani, nel mondo del design le aziende si affidano sempre più spesso ai grandi nomi del progetto, lasciando poco spazio ai creativi emergenti e alle donne, e le aziende in grado di proporre le soluzioni più innovative sono prevalentemente collocate nel Nord del Paese.
“Urge una promozione più capillare e un lavoro di scouting più approfondito”, chiosa Laura Traldi, “personalmente penso anche attraverso mezzi più popolari, più alla portata di tutti, meno 'istituzionali' a prima vista ma più emozionalmente coinvolgenti soprattutto per chi progetta soluzioni intelligenti ma fuori da quei terreni tradizionalmente battuti da chi fa design”.
Foto di copertina: © Roberto De Riccardis