Oltre venti opere inedite esposte al pubblico nella mostra curata da Alessandro Castiglioni dal 26 febbraio all'8 maggio 2022

Chiara Dynys è un artista della luce. Da sempre ha scelto di lavorare con questa sostanza eterea, pura energia attraverso la quale svela e rivela la realtà. Fin dall’inizio della sua attività artistica, nei primi anni '90, ha lavorato sul tentativo di identificare nel mondo e nelle forme la presenza e il senso dell’anomalia, della variante, della “soglia”, che consente alla mente di passare dalla realtà umana a uno scenario quasi metafisico.

Straniamento, spaesamento, sradicamento

In questa ottica, Melancholia, al MA*GA di Gallarate fino all'8 maggio, è un percorso animato dai ricorrenti rimandi alla storia dell’arte ma soprattutto del cinema, che ha segnato in modo particolare la poetica dell’artista. “L’amore per il cinema mi accompagna da quando ero bambina, nutrito e incoraggiato da mia madre a cui dedico questo progetto. Quelle suggestioni hanno contribuito a dare al mio lavoro un taglio ben definito sin dagli esordi in cui creavo forme geometriche, senza un centro individuabile, attraverso un uso trasgressivo e “cinematografico” dei materiali che, trasfigurati in qualcos’altro, esprimevano uno straniamento che nel tempo si è trasformato nella rappresentazione di un non luogo, abitato dallo spaesamento dei sogni e dallo sradicamento” racconta Dynys.

Narrazioni e immagini in movimento

In mostra, gli immaginari di alcuni registi che hanno fatto la storia del cinema: da Roberto Rossellini a Jane Campion, da Federico Fellini a Paolo Sorrentino e Lars Von Trier. Un progetto espositivo inedito, pensato per il museo gallaratese, animato da narrazioni e immagini in movimento, che l’artista trasfigura attraverso l’uso artistico di luce e spazi. Tra le opere, anche il ciclo dei Kaleidos, forme riflettenti che modificano la percezione e ingannano la vista dello spettatore, come suggestioni racchiuse in un caleidoscopio.

Una collisione fatale

“Quello che permea il mio lavoro”, continua l’artista, “è un sentimento di non appartenenza, un vuoto da collocare altrove, nella sofferta cornice del non sentirsi mai nel proprio posto. Ecco perché la scelta di quattro registi che raccontano questo disagio declinato in mondi diversi: un contesto australiano senza spiritualità; un viaggio magnifico per l’Italia ma senza più amore; una stanza riempita dalla musica, che però sarà disintegrata; infine, un pianeta in cui tutto l’irrisolto non conta perché si attende la collisione fatale. Si tratta di realtà che rappresentano un ponte spazio-temporale tra quello che vivo quotidianamente e quello che è il mio lavoro di artista”.

Enlightening Books

La mostra è accompagnata dalla pubblicazione della monografia “Chiara Dynys and the Filmic Imaginary”, edita da Skira, occasione per l’installazione permanente nella biblioteca dell’HIC (Hub degli Istituti Culturali della Città di Gallarate) dell’opera “Enlightening Books”, donata al museo grazie a WEM, Empowering Art Platform, piattaforma con l’obiettivo di trovare nuove forme di diffusione e supporto alle arti visive contemporanee.