Il Cersaie 2021 è la conferma di quanto abbiamo voglia di tornare in fiera. Questa volta per vedere le novità bagno e le ultime ricerche su pavimenti e rivestimenti

Il Cersaie 2021 è l’ennesimo test anti Covid19. Dopo il Supersalone e il FuoriSalone di inizio mese a Milano, dal 27 all’1 ottobre settembre si replica a Bologna con 600 espositori del settore bagno e superfici architettoniche. E le file in entrata, alle ore 9 del primo giorno, sono lì a dimostrare che abbiamo molto bisogno di fiere ed eventi. Non solo per vendere, evidentemente. Il bilancio quindi è positivo, almeno empiricamente. E, per citare un bel film di Matthieu Kassovitz: “Fino a qui, tutto bene”. Sia per l’entusiasmo che per generosità nel presentare prodotti nuovi e rilanciare la ricerca progettuale senza se e senza ma.

Piastrelle come pixel e nuove palette per ambienti contemporanei e, ebbene sì, molto instagrammabili

Diventa evidente quando ci si trova davanti alla ricostruzione di un campo da basket in stile Eighties, con le piastrelle della collezione Pixel 41 di 41zero42 usate per creare un tipico playground da liceo americano. C’è anche chi gioca davvero a basket. Ma ovviamente la cosa importante sono le piastrelle: una collezione di 42 colori diversi con cui costruire superfici da videogioco o macro mosaici astratti e raffinati.

Lo studio della palette è il focus: non c’è un colore che non faccia parte della scala cromatica più trendy e dégagé. Il risultato suggerisce un ritorno alla ceramica fuori dai confini del bagno e della cucina. Oltre che ispirare nei futuri abitanti di una casa il sogno proibito di progettarsi un pavimento o una parete come se fossero un’immagine digitale, pixel dopo pixel.

Wallpaper da bagno e da scegliere come un poster decorativo

Un’idea che si riflette nei prodotti di molti brand: la caccia alla relazione diretta e non mediata da architetti e posatori, in modo che anche la superficie sia acquisto di impulso, scelta individuale. La nuova collezione Fabula di Co.De (Jannelli&Volpi) è per definizione bespoke: otto materiali diversi, dalla seta in brillante o opaca in poi. La novità vera però è Ready Roll: un rotolo di carta da parati da comprare in formato singolo e da portare a casa seduta stante. Per vedere l’effetto che fa in soggiorno, o per decorare una porzione del bagno.

Le superfici? Fashion bidimensionale

Superfici trattate come abiti, quindi. Fap al Cersaie ha portato Murales, una collezione di rivestimenti ceramici per le pareti. Il livello di elaborazione in fase di stampa è altissimo, con verniciature che danno tridimensionalità e brillantezza ad alcuni dettagli dei disegni iper decorativi. E la seduzione di atmosfere d’antan, sembra la strada scelta da molti per esplorare le meraviglie di un’industria che si fa sempre più vicina, almeno nei prodotti, agli individui e alle loro vite per ora ancora molto domestiche.

Pietra naturale soprattutto per i rivestimenti. E le incursioni astratte del design nel décor più tradizionale

La pietra e le sue venature, riprodotte in macro sulle superfici ceramiche, sono ancora un must. Florim per il 2021 sceglie una particolare pietra belga, la Pierre Bleue e la sua venatura inusuale per Atmosphère de Rex. La contemporaneità invece si esprime più chiaramente nella ricerca progettuale di Ferruccio Laviani per Lea, che con Masterpiece esplora ancora una volta la superficie accostando la materia densa delle diverse pietre tradizionali al seminato tradizionale pensato in densità diverse. Ci si muove qui in un’atmosfera di possibilità, in cui Ferruccio Laviani invita a cercare l’abbinamento giusto al confine tra architettura e design. Del resto la superficie ha esattamente questo ruolo: fare da ponte fra le diverse dimensioni che compongono il progetto d’interni.

Legno in bagno? Si può

C’è un continuo sconfinamento fra materiali e possibilità progettuali. Da citare il legno di Itlas, che con un progetto produttivo zero waste si inoltra anche nel mondo del bagno, spingendosi in territori nuovi. Una boiserie duttile, flessibile, con una grande espressività ornamentale si affianca a lavabi e rubinetti. Un’operazione che colma il gap fra arredobagno e superfici che, in altri contesti, diventa una scusa per superare la relazione obbligata fra il bagno e la sua specificità tipologica.

Lavandini iconici da scegliere come pezzi unici

Lo si vede nel progetto di Elena Salmistraro per Flaminia, il lavabo Spire. Un pezzo che ha una vita autonoma, uno statement progettuale in grado di diventare iconico. Un atteggiamento strategico condiviso anche altrove. Relax Design ha lavorato con tredici designer diversi a una collezione - Black Label - che cerca di dare un senso completamente diverso ai sanitari. I materiali man made servono a dare forma a pezzi che ridisegnano il mondo del bagno nei suoi dettagli tipologici. La vasca con il gradino di ZeTae Studio, il lavabo da lavandaia, la vasca magnum che cita le linee misurate dell’architettura classica e i lavandini che scherzano con le tipiche forme dei cupcake.

Pietra e acqua per portare la natura in casa

Infine antoniolupi. Al Cersaie il brand continua la sua ricerca sulle superfici ornamentali modulari con Tralerighe dei Gumdesign. E presenta un pezzo scultoreo, free standing, in cui la materia, la pietra, viene prima di ogni cosa. Il lavabo Anima Liquida di Giorgio Rava è, come spesso accade nel catalogo del brand, un progetto ad alto gradiente simbolico. Un lavoro sulla vita più naturale dell’acqua, sulla sua relazione spontanea con la pietra e sulla possibilità di ricomporre questo delicato binomio fra le pareti domestiche.