Una mostra racconta cosa c’entra oggi il famoso burattino di legno con il design. Attraverso oggetti iconici e inediti, e splendide grafiche vintage e contemporanee

Il burattino più famoso del mondo compie 140 anni. Per festeggiare l’anniversario, ADI Design Museum di Milano ha deciso di realizzare la mostra “Carissimo Pinocchio. Designer e grafici italiani ridisegnano il burattino più famoso del mondo”. Curata da Giulio Iacchetti, con progetto espositivo di Matteo Vercelloni e progetto grafico di Federica Marziale Iadevaia. la mostra, inaugurata ieri, rimarrà aperta fino al 4 febbraio 2024. Con, tra gli altri, 62 progetti inediti.

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Una sequenza delle "Avventure di Pinocchio" di Luigi Comencini, trasmesso dalla Rai nel 1972. Una delle rivisitazioni televisive più iconiche della fiaba di Collodi.

Una favola universale

Nato nel 1883 dalla penna di Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio - Storia di un burattino è il libro più tradotto al mondo, dopo la Bibbia. Il primo a disegnare Pinocchio è stato Enrico Mazzanti, coetaneo di Collodi, che illustra l’edizione del volume stampato dalla Libreria Editrice Felice Paggi di Firenze, ritraendolo con gorgiera e cappello a cono, in splendidi disegni a china. Da allora, grafici, designer, creativi lo hanno riprodotto in mille modi diversi: portacandele, sgabelli, cavatappi, vasi, imbuti, persino miscelatori per lavabo.

Celebrare un capolavoro

Un anniversario importante che rappresenta l’occasione per festeggiare e celebrare un capolavoro della letteratura italiana, per sottolineare quella multidisciplinarità del design che è poi patrimonio di una ricchezza culturale capace di porre domande nel nostro agire quotidiano. Pinocchio è uno dei primi oggetti del made in Italy e Geppetto può essere, a ragione, considerato il primo designer della letteratura: il vecchio falegname estrae infatti il suo burattino dal blocco di legno, ottiene il tutto dal niente, che è poi l’essenza del design, del saper fare italiano.

Pinocchio e il design

“Che cosa centra Pinocchio con il design?”, spiega Giulio Iacchetti, “Rappresenta la combinazione elementare ma efficacissima di poche forme geometriche: un cilindro, una sfera, il cono del cappello e, ovviamente, la sporgenza appuntita e sottile del naso. La sua forza iconica è direttamente proporzionale alla sua immediata riconoscibilità formale. Sì perché Pinocchio è un’icona simbolo dell’italianità, come la moka Bialetti, la lampada Arco, la poltrona Sacco. E’ una figura ancestrale che si presta a esercitare più funzioni.”

Tra storia, edizioni d’epoca, disegni inediti

Quattro le aree tematiche. Una prima, storico-iconografica (a cura di Marco Belpoliti), raccoglie copertine, disegni, illustrazioni, tavole che raccontano un secolo e mezzo circa di edizioni, spaziando dalle illustrazioni di Carlo Chiostri e Enrico Mazzanti alle pubblicità dei primi decenni del Novecento dove Pinocchio era testimonial in chiave eroe-nazionale, alle riproduzioni dei disegni inediti di Aldo Rossi, senza dimenticare i ritratti di Pinocchio-Totò e del Pinocchio di Carmelo Bene.

Design d’autore

Una seconda sezione mette in fila, celebrando le aziende più rappresentative del made in Italy, pezzi del design italiano che hanno trovato ispirazione nelle forme di Pinocchio (tra i tanti, Pino imbuto creato per Alessi da Stefano Giovannoni e Miriam Mirri, Pinocchio book end di Alfredo Häberli per Danese, Pinocchio apri bottiglia, sempre di Alessi, disegnato da Alessandro Mendini, Pinocchio vaso in vetro soffiato di Murano di Giulio Iacchetti per InternoItaliano).

62 burattini inediti

La terza sezione, cuore dell’esposizione, accoglie i 62 Pinocchio inediti. 31 sono disegni e illustrazioni, 31 sono pezzi di design (tra i designer: Matteo Cibic, Duilio Forte, Matteo Ragni, Elena Salmistraro, Paola Navone, Lorenzo Palmeri, Franco Raggi) “espressione diversa del sentire e del fare di tanti progettisti italiani: uno sguardo allargato, caleidoscopico, sorprendente, in grado di raccontare la capacità del design italiano di realizzare immagini e oggetti senza tempo, celebrando così il mito di Geppetto, il primo designer italiano”, racconta Iacchetti. “Sono pezzi dichiaratamente inutili, ho chiesto a designer e grafici di non farsi tormentare dalla funzione. Volevo in mostra oggetti inutili, lettere ‘grafiche’ e ‘solide’ rivolte a Pinocchio.”

Un’icona aggiornata alla nostra contemporaneità

“Oltre 60 progettisti si sono esercitati a ridisegnare, ripensare, aggiornare Pinocchio alla nostra contemporaneità”, prosegue il curatore. “Una moltitudine di Pinocchi, con nasi che crescono e gambe che si accorciano, polemici e irriverenti, snodabili, ridotti all’essenziale (cilindro, sfera, cono), primordiali, leonardeschi, che invitano al gioco, che si prestano a giochi grafici, colorati e seriosi in bianco e nero, cinetici, semplicemente inutili. O meglio: utili per strappare un sorriso, per distoglierci per un momento dai nostri affanni e riportarci a pensare che ognuno di noi, per un momento nella vita, avrebbe voluto essere come il nostro burattino.”

Una mostra dedicata al maestro Andrea Branzi

L’ultima sezione, raccoglie i disegni di un altro maestro del design recentemente scomparso, Andrea Branzi (cui è dedicata l’intera mostra), autore del volume “Pinocchio?” edito da Libri Scheiwiller: cento disegni, cento vere e proprie opere d’arte con al centro un unico soggetto, il burattino di legno più conosciuto. Uscendo da questa ultima sezione, due banchi da scuola affiancano una buca delle lettere rossa disegnata come una piccola casa. Qui tutti i visitatori sono invitati a scrivere e a imbucare una lettera a Pinocchio.

Un progetto di allestimento per due mostre

Il progetto di allestimento è curato dall’architetto Matteo Vercelloni e nasce per rispondere a due momenti espositivi distinti: la mostra all’ADI Design Museum e quella itinerante presso gli Istituti di Cultura Italiani nel mondo (il prossimo appuntamento sarà a Skopje in Macedonia dal 14 al 24 marzo 2024 e altri sono in via di definizione). “La mostra in ADI segue l’idea della costruzione di un Paese dei Balocchi con il grande circo di Mangiafuoco al centro che costituisce il cuore del percorso espositivo composto dai 31 elementi espositivi che accolgono i 31 pinocchi disegnati dai designer e le 31 opere di grafica”, racconta Vercelloni. “Il circo di Mangiafuoco, dove i nuovi Pinocchi si confrontano e si guardano, accoglie al suo centro una giostrina girevole che sottolinea la memoria del Paese dei Balocchi, rimarcata anche dalla giostra-ziguratt in cui i prodotti pinocchieschi formano un racconto corale”, prosegue l’architetto.

Un tour itinerante e un’asta benefica

Al termine della presentazione in Italia e del successivo tour itinerante, i 62 Pinocchi realizzati ad hoc, verranno battuti in un’asta benefica. Il catalogo edito da ADIper, presenta in copertina un disegno inedito di Attilio Cassinelli. La mostra è realizzata con il contributo di Abet Laminati che, come una pagina di quaderno a righe fissata a una base di acciaio, ha realizzato la superficie strutturale dell’elemento espositore itinerante.