Dal 1949, anno del viaggio ad Antibes, Cassinari affianca al suo amore per la campagna natia quello per la costa francese. Conosce Pablo Picasso, Georges Braque, Marc Chagall, Paul Eluard, Jean Cocteau ad Antibes, dove si trasferisce e, nel 1949 apre uno studio, già citato nel 1953 nei Commentari di Lionello Venturi. Negli anni ’60 sviluppa un realismo intimo e personale, quasi poetico, rappresentato attraverso nuove tematiche, tra cui le “figure” e le “nature morte” sono spesso presenti.
Cassinari ottiene un enorme successo di pubblico e di critica, tanto che vive la sua vita e viaggia per esporre le sue opere in innumerevoli città, musei e gallerie italiane (Venezia, Piacenza, Firenze, Milano, Roma, Palermo, Torino, Brescia) e straniere (Parigi, Losanna, New York, Londra, Monaco, Berlino, Caracas, Buenos Aires); sarà protagonista delle maggiori rassegne artistiche contemporanee (Biennale di Venezia 1952, Quadriennale di Roma) e insignito di innumerevoli premi. Nel 1962 torna a Gropparello (PC), terra nativa, e apre lo studio con Ernesto Treccani. Da quel momento ricompare nel suo lavoro l’ambiente rurale già indagato negli anni ’40, fattosi ora mosso e acceso in senso drammatico.