Una settimana di incontri, culminata nel panel Manufacturing Value al Consolato Italiano, ha sottolineato come tra architetti italiani che lavorano a New York e architetti americani attivi a Milano si possa costruire un linguaggio comune per un progetto di architettura condivisa

INTERNI ha come missione il racconto della storia dell’architettura e del design ma soprattutto del modo in cui il Progetto, inteso in senso ampio, “contagi” la nostra vita quotidiana.

Assieme a Milano, New York diventa lo “sparring partner” ideale, in quanto diametralmente opposto per geografia ma simile per estetica e ricerca.

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Da Milano e New York e viceversa, in occasione di BIG ITALY NEW YORK e a supporto dell'Italian Design Day, il team di Interni ha selezionato per il panel convocato al Consolato Generale Italiano dello scorso 20 maggio, profili di studi di architettura che hanno fatto del rapporto tra  tra Italia e America parte fondante del loro lavoro.

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Lo sforzo di allargamento della cultura del design al largo pubblico è consistito nell’aver unito testimonianze di architetti che lavorano in America ma hanno uno stretto legame con l’Italia attraverso la presenza di rappresentanti delle aziende italiane.

Il panel al Consolato Italiano e gli appuntamenti “on-site” negli studi americani hanno messo in luce, oltre al grande interesse culturale per l’Italia come luogo di produzione e diffusione culturale, anche come il nostro paese sia, per loro, sede di lavoro: luogo di grandi commesse e importanti progetti.

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Lo ha  testimoniato Matteo Milani, dello Studio Pei-Cobb-Freed raccontando l’atteggiamento, tipicamente italiano, di avere un approccio all’ “architettura taylor made” e portando come esempio il lavoro svolto per il  progetto di Palazzo Regione Lombardia a Milano.

Una torre e l'intreccio di uffici lineari di media altezza e spazi pubblici interconnessi che costituiscono questo complesso di uffici a Milano, altamente premiato e sostenibile, è modulato con l’atteggiamento sartoriale di costruire e spazi di supporto alla comunità in una forma efficiente, flessibile e accessibile, insieme a luoghi di aggregazione all'aperto destinati a migliorare la vita pubblica e a stimolare la rigenerazione del quartiere.

Per la scala e materialità, il manufatto si relaziona con il quartiere circostante, mentre la torre, alta 160 metri, si rivolge al vicino Grattacielo Pirelli, ex sede del governo e importante icona dell'era moderna.

Il cambiamento morfologico, estetico e paesaggistico della città di Milano passa per i grandi progetti degli scali ferroviari, nei quali son stati coinvolti lo Studio SOM (Skidmore-Owings and Merril) approfonditi nell’appuntamento presso il loro studio e sottolineati anche da Francesca Portesine, Head of Interiors per lo studio.

Non solo grandi progetti ma anche prodotti all’avanguardia, come la tecnologia Bio Block, mattoni ottenuti dalla lavorazione delle alghe.

Dal prodotto al progetto. Il  Villaggio Olimpico  rappresenta la prima fase del grande progetto dello Scalo di Porta Romana (di SOM - Skidmore-Owings and Merril) e vuole raccontare - attraverso la sua doppia anima funzionale e trasversale - lo “spirito olimpico” di Milano: uno spazio che dopo le Olimpiadi, diventerà uno studentato per i giovani universitari in città.

Cambiamenti della società, della città e del paesaggio sono le parole chiave del grande progetto del Parco di Parco Romana che l’architetto Mario Bastianelli di Diller Scofidio ha raccontato al direttore di Interni Gilda Bojardi in visita presso lo studio.

Il cantiere è in corso d’opera, e secondo gli ultimi aggiornamenti dello studio, saranno presto eretti gli edifici che ospiteranno gli atleti e soprattutto l’iconica passerella-passeggiata, una sorta di “The Line”, oltre alla riqualificazione della Stazione FS .

Il team di progetto è composto, oltre che da Diller Scofidio + Renfro, dai team  Outcomist, PLP Architecture, Carlo Ratti Associati, con Gross. Max., Nigel Dunnett Studio, Arup, Portland Design, Systematica, Studio Zoppini, Aecom, Land, Artelia).

“Traduzione” di uno stile Italiano è il motto di Stefano Giussani, dello Studio Lissoni Architecture NY: esperienza nel mercato internazionale come spazio per coniugare il Dna progettuale dello studio basato a Milano. Non solo housing, ma soprattutto Hospitality e Retail, dal prodotto al progetto mantenendo sempre la coerenza allo stile.

Cultura del lavoro e sostenibilità, valori comuni con le aziende italiane con le quali collabora, come Nero Cucine, o progetti in divenire, sono i punti chiave del modo di operare dello Studio Michael Gabellini (Gabellini-Sheppard Associates)

Valori condivisi come progetto e manifattura si incontrano nel luogo del Design.

E con gli incontri con lo studio Libeskind (presenti Daniel e Nina) e lo studio Bonetti Kozerski (con Enrico Bonetti) e il racconto dei relativi futuri progetti, è terminato lo studio Visit di Interni.

Big Italy New York: ci vediamo a Milano, e a New York.