All’Arsenale e alle Corderie va in scena il rapporto tra individui e terra. Nella prima capsula, sotto il titolone Una foglia, una zucca, un guscio, una rete, una borsa, una tracolla, una bisaccia, una bottiglia, una pentola, una scatola, un contenitore, si rilegge la storia della nascita della civiltà umana e della tecnologia. In mostra sculture antropomorfe, come quelle uterine di Ruth Asawa, ottenute intessendo il fil di ferro e grandi installazioni come il grande labirinto di terra in cui passare attraverso, della colombiana Delcy Morelos.
Nell’ultima capsula, La seduzione di un cyborg, la mostra si farà sempre meno umana e più sintetica con le opere monumentali e fluide di Marguerite Humeau, insieme alle quelle di Lynn Hershman Leeson, che in un video celebra il compleanno del cyborg, e Diego Marcon, che mostra un mondo in cui i personaggi sono nascosti da maschere artificiali, fino ad arrivare nel giardino entropico di Precious Okoyomon.
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