Amare un territorio significa anche ricompensarlo per il benessere ricevuto: è da questo bisogno che nel 2019 nasce Hypermaremma, un progetto di arte ambientale dedicato alla Maremma

Se ancora non avete sentito parlare di Hypermaremma è bene cominciare con una precisazione: si pronuncia àipermaremma, altrimenti il rischio è confondere il brand con quello di un supermercato.

Quindi non stiamo parlando di un supermercato, di cosa allora? Sicuramente c’entra una zona d’Italia piuttosto precisa, la Maremma, in realtà, volendo essere ancora più precisi, Hypermaremma è nata nella bassa Maremma, quella più selvatica e ricca di contrasti.

Quella dove convivono colli e scogliere, campagne e spiagge, borghi storici e ville di lusso, butteri e pescatori. Quella che quando cominci a frequentarla, da turista, poi quasi sempre ci ritorni. Ed è proprio dall’amore per questa terra di due amici che la frequentavano fin da bambini che nel 2019 è nata Hypermaremma: una manifestazione che ha l’obiettivo di coinvolgere un territorio dalla natura incontaminata attraverso l’intervento di artisti contemporanei.

Sì, perché, oltre alle vacanze ad Ansedonia, l’arte contemporanea è l’altra grande passione, diventata poi professione, che unisce Giorgio Galotti e Carlo Pratis.

Entrambi galleristi, nelle lunghe giornate estive, con lo sguardo allungato verso l’Isola di Giannutri, hanno cominciato a chiedersi cosa avrebbero potuto fare per questo territorio che a loro tanto ha e continua a offrire. "C’è un turismo di passaggio, qui nella bassa Maremma, ma molti invece sono turisti fedeli, innamorati della natura ancora selvaggia che offre la zona - ci racconta Giorgio Galotti - e c’è anche un turismo colto che scappa dalla città per inebriarsi di verde e di azzurro, ma a cui forse manca qualcosa.

Con Hypermaremma abbiamo voluto cominciare a costruire quel qualcosa, creando una nuova connessione tra territorio e arte".

Grazie all’entusiasmo di Giorgio e Carlo è subito entrato nel progetto anche Matteo D’Aloja, collezionista a manager, che cura gli aspetti di comunicazione e sponsorship e sta portando Hypermaremma a essere riconosciuto come festival internazionale.

Torniamo al presente e alla quarta edizione della rassegna, finalmente, dopo due anni complicati, libera di esprimersi in tutto il territorio e, soprattutto, di accogliere le persone.

Sono sette gli interventi site specific previsti per questa stagione, dal primo, inaugurato il 16 aprile sulla spiaggia di Ansedonia, la monumentale opera di Giuseppe Gallo I giocolieri dell’armonia, all’ultima opera ambientale realizzata da Claudia Comte In nature nothing exists alone (l’inaugurazione è prevista il 16 luglio), fino a Le fatiche di A.C. di Gianni Politi, cresciuto all’Argentario fin da bambino, che sarà presentata al pubblico il 30 luglio.

Credi che questo genere di iniziative riesca concretamente a coinvolgere il territorio e chi lo abita?

"Ci sono diversi aspetti di Hypermaremma che riguardano il contatto stretto con il territorio: le opere devono essere sempre pensate per e in relazione a un luogo preciso della zona, spesso gli artisti coinvolti hanno una loro storia personale con la Maremma, chiediamo agli artisti di lavorare in collaborazione con artigiani e aziende locali e, infine, sono tutte opere ad accesso libero situate in punti strategici, spesso visibili anche da lontano o in punti di passaggio, insomma le puoi incontrare sul tuo percorso anche senza saperlo.

C’è la comunicazione, poi, che abbiamo voluto distribuire nella zona con grandi e coinvolgenti manifesti gialli fluo, appesi sui muri di borghi, paesi, cittadine, proprio come le affissioni delle sagre, attività ludica tra le più diffuse in Toscana. Ci piacerebbe attivare il territorio anche fuori stagione: questa zona, infatti, soffre di una stasi turistica che dura parecchi mesi l’anno.

Avete cominciato nel 2019 e, immagino, portato avanti con un po' di fatica il progetto negli anni della pandemia: ora, come immaginate il futuro della rassegna?

"Il primo anno ci siamo concentrati sugli artisti delle nostre gallerie e abbiamo organizzato Hypermaremma in tre capitoli formati da mostre collettive, una alla Rocca Aldobrandesca di Capalbio, la seconda nel Parco Archeologico dell’Antica Città di Cosa e la terza nel Museo Archeologico, entrambe ad Ansedonia.

Nel 2020 abbiamo dovuto, ovviamente, rivedere i nostri programmi (di solito cominciamo a progettare la rassegna in dicembre) e abbiamo voluto comunque esserci anche solo con un’opera. L’installazione luminosa, coinvolgente e significativa anche per il periodo in cui è comparsa, è Spazio Amato di Massimo Uberti, situata in un campo che costeggia il Lago di Burano, sede di un’Oasi del WWF: l’intervento è diventato permanente e chiunque può goderne, dal tramonto fino a mezzanotte.

Nel 2021 siamo ripartiti con una costellazione di opere che ha coinvolto un’ampia fetta del territorio maremmano e per quanto riguarda il futuro direi che la nostra strada procede in due chiare direzioni: 1) arrivare a 'conquistare' le isole 2) coinvolgere artisti internazionali che possano far parlare di questa terra anche fuori confine."