Un matrimonio solido che trova conferme anche durante l'Art Week di Milano. Gli eventi ospitati dagli showroom dei design brand e le sponsorship che nutrono sperimentazione e ricerca. Tutto in nome dell’arte

È la Milano Art Week e gli showroom di design si animano di mostre.

Fioccano gli inviti a eventi ibridi, in cui artisti sono ospitati e supportati in contesti progettuali. La relazione arte/design, del resto, è di vecchia data e gode di stabilità. Due modi diversi di usare creatività e ingegno che però si studiano da vicino, si guardano, si ispirano.

Molte le incursioni, più o meno inaspettate, più o meno legittimate da una parte o dall'altra del guado fra industria e espressione artistica. Il confine è molto preciso, o perlomeno lo è stato per tanto tempo. Il progetto è un modo di pensare la realtà, pensarla nel vero senso della parola, che ha bisogno a volte di esplorare liberamente oltre i confini del disegno industriale.

Arte e design: un dialogo che ha senso se autentico

Prima di un excursus fra gli eventi milanesi della Art Week in cui sono coinvolti brand di design, un inciso della curatrice Federica Sala, che da anni si muove sulla sottile linea di confine con il suo prezioso lavoro per le gallerie milanesi, designer e artisti. “Il dialogo reale fra arte e design non è né comune né semplice. Il punto di partenza migliore è senz’altro un’autentica e reciproca curiosità”, esordisce la curatrice.

“Ci sono stati casi emblematici, in cui il dialogo fra le due discipline ha prodotto risultati di grande bellezza”. Il riferimento è ad esempio alla collezione presentata da Design Gallery disegnata da Alberto Garutti. O la mostra Casa Iolas, Citofonare Vezzoli: un dialogo fra un artista contemporaneo e gli spazi abitati da un celebre mercante d’arte del passato.

“I progetti più interessanti sono quelli che danno una nuova lettura dello spazio: i site specific della Fondazione ICA con Michael Anastassiades ad esempio nascono dalla volontà di un piccolo gruppo di collezionisti di dare spazio al lavoro di ricerca personale di un designer”.

È importante, perché il dialogo abbia un senso, che ci sia una chiara matrice personale, l’anima del progettista, o del collezionista.

Ronan Bouroullec e la prima personale a Casa Mutina

Federica Sala conclude citando, fra le aziende più attente e esperte di arte il caso di Mutina.

Massimo Orsini, suo CEO, è un conoscitore e un esperto, oltre che un collezionista di arte contemporanea. E si vede. Perché il progetto Casa Mutina non solo convince i designer ad affacciarsi con sicurezza all’opera fine a se stessa, ma rilancia portando il lavoro di ricerca all’interno della sperimentazione tipologica e della produzione. In questi giorni, a Casa Mutina in via Cernaia 1/A, The sound of my left hand di Ronan Bouroullec: disegni, acquerelli e sculture (in collaborazione con Bitossi Ceramiche) che trovano uno spazio nelle stanze della galleria progettata da Patricia Urquiola.

Jannelli&Volpi e Alice Pedroletti insieme per Death of a folding boat on dry land

Death of a folding boat on dry land è il titolo dell’installazione di Alice Pedroletti presentata da Untitled Association all’interno del Miart dal 1° al 3 aprile.

Un lavoro complesso, che affronta il tema del machine learning da una prospettiva antitetica, quasi pedagogica. Poche informazioni rielaborate dalla macchina come tentativi di ricerca di una soluzione. Il risultato è un segno grafico: “quasi un geroglifico”, spiega Alice Pedroletti. “Mi interessa l’errore, sia umano che della macchina. Tecnicamente lo consideriamo tale, ma dal punto di vista dell’inventiva e dell’arte diventa un’altra cosa. Mi interessa vedere come la macchina diventa artista a sua volta”.

Nove piccoli video, lo sfondo della carta da parati prodotta da Jannelli&Volpi, con un pattern di un metro per un metro che si ripete. In più sei fotografie rappresentano l’aspetto più formale e romantico della pratica dell’artista. “Raccontano un ambiente legato all’isola, all’arcipelago urbano, in cui c’è più l’assenza dell’uomo che la sua presenza”.

Materabilia da Gaggenau

Il Gaggenau DesignElementi Hub di Milano (Corso Magenta 2) ospita per tutto il 2022 il ciclo Materabilia, quattro mostre curate da Sabino Maria Frassà, direttore artistico del Cramum. L’oggetto dell’indagine è il costante mutamento della materia.

Inaugura durante la Art Week la retrospettiva di Paola Pezzi Passaggi di Stato, che raccoglie opere iconiche di trent’anni di lavoro artistico. “Non grandi opere, ma concentrazioni e frammenti di spazio condensato e reso autonomo”, spiega l’artista che, da sempre, lavora sul tema di una matrice energetica capace di trasformare la materia.

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approfondimento della mostra

Grande Milano di Aldo Rossi per Molteni&C alla Triennale

Arriva nel giardino della Triennale di Milano la sedia Grande Milano di Aldo Rossi, il primo architetto italiano a ricevere il Pritzker Architecture Prize nel 1990. È la memoria di Milano, città d’origine e di formazione che Rossi conosceva e amava profondamente.

La sedia Grande Milano, progettata nel 1987 per Molteni&C che l’ha donata a Triennale, rappresenta un oggetto fuori scala, un’architettura che corrisponde a pieno all’idea di Rossi di creare oggetti domestici, che si relazionano con le architetture circostanti.

Sponsorizzare l’arte: quando i design brand cercano una posizione

Lanerossi ha rieditato in questi ultimi dodici mesi due pattern disegnati per la V e la VI Triennale di Milano, rispettivamente nel 1933 e nel 1936. Si chiamano Triennale e Triennale 2 e sono memorie e tracce di una ricerca tessile all’avanguardia, fra modernismo e ispirazioni naturali.

In più il brand vicentino ha scelto di presentare le novità del 2022 all’interno di un percorso immersivo allestito alla Casa degli Artisti di Milano. È così che le aziende si avvicinano al mondo dell’arte cercando un posizionamento che non può che fare del bene, sia dal punto di vista culturale che da quello del marketing.

Spiega Federica Sala: “Le ragioni di questo interesse sono semplici: l’arte è un fenomeno sociale preponderante, che ha grande spazio nella comunicazione. Ci sono istituzioni come la Fondazione Prada che sembrano fatte apposta per evocare status symbol”.

Sanlorenzo per il padiglione Italia della prossima Biennale di Venezia

È così che il marketing nutre la cultura, supporta il lavoro di ricerca artistica e, ovviamente, i profili più innovativi della produzione creativa. Sanlorenzo sarà main sponsor del Padiglione Italia alla prossima Biennale d’Arte di Venezia.

Ma il brand è già da tempo impegnato a intrecciare relazioni con le più importanti gallerie ed istituzioni culturali (da Art Basel in poi). Ne è nato Sanlorenzo Arts, un vero e proprio produttore di cultura, arte e design. Tra le ultime collaborazioni ci sono Emil Michael Klein e McArthur Binion, mentre il padiglione Italia è stato affidato a Eugenio Viola.