Cinzia e Antonino Cannavacciuolo hanno aperto un resort nella la terra d’origine dello chef: Ticciano, in Campania. Il progetto è dello studio torinese lamatilde

Immerso nell’entroterra sorrentino, in un’atmosfera intima e autentica descritta da sei camere e un ristorante, sorge il nuovo resort di Cinzia e Antonino Cannavacciuolo: LAQUA Countryside di Ticciano è un tributo alla vita del sud, dove staccare la spina è istintivo.

Qui, infatti, la coppia di imprenditori (resi famosi al grande pubblico grazie a MasterChef) ha spesso trascorso i mesi di riposo dall’attività di Villa Crespi sul Lago d’Orta, ritrovando una familiare tranquillità che li ha portati a pensare a un nuovo progetto ricettivo.

La struttura, oltre a essere la prima di proprietà dello chef in territorio campano, è anche la stessa casa patronale in cui Antonino ha trascorso la sua infanzia. Un aspetto che ha influito sulla progettazione, soprattutto degli interni di LAQUA Counteryside: la sfera personale si intercetta in diversi dettagli che, se osservati da vicino, raccontano qualcosa di significativo per la vita dello chef.

A curare il progetto in tutte le sue fasi, dall’ideazione del concept alla ristrutturazione architettonica – realizzata in partnership con l’architetto Valentina Autiero – e al disegno di molti degli arredi poi realizzati su misura, è lo studio torinese lamatilde, nato nel 2017 da 5 professionisti (Michele Cafarelli, Luca Macrì, Sandro Rizzo, Marco Ruffino e Silvio Tidu) e affermato soprattutto per i progetti di interior rivolti all’hospitality.

L’impronta distintiva del team si riconosce nell’utilizzo degli spazi come mezzo narrativo, gli ambienti sono capaci infatti di raccontare storie coinvolgendo il visitatore in un’esperienza totalizzante.

Omaggio alla tradizione

Il cenno alle radici campane è esplicito soprattutto nell’utilizzo dei materiali e delle lavorazioni che, sia all’interno sia all’esterno della struttura richiamano quelle originali: l’utilizzo del cocciopesto, per esempio, rimanda alla tradizione delle costruzioni locali.

Per i rivestimenti, sono state mantenute molte piastrelle preesistenti e, per massimizzare la valorizzazione degli elementi architettonici recuperati e restaurati, si è lavorato con l’accostamento a materiali innovativi, come le pannellature in ottone brunito.

...e alla famiglia

Oltre all’aspetto materico, le radici dello chef si riflettono nella ricostruzione di una quotidianità tipica della vita familiare: ognuna delle sei camere, a LAQUA Resort, porta il nome di un componente dell’originale nucleo abitativo (la Stanza della Nonna, la Stanza del Tuttofare, la Stanza dello Zio Matto, la Stanza del Curato, la Stanza di Annarella e la Stanza di Marina), come a far rivivere gli spazi e la memoria.

È tipico dello studio lamatilde ricreare fil rouge narrativi che facciano viaggiare l’ospite attraverso sensazioni ed emozioni. Vi è poi il rimando alla passione per l’arte del padre di Antonino Cannavacciuolo, noto chef e scultore: lo scalone principale, anch'esso restaurato, ospita una collezione di sculture da lui create.

Il codice narrativo

La ricostruzione di una storia da vivere prosegue con l’introduzione di oggetti iconici all’interno delle camere: la selezione di pezzi di modernariato e d’antan sono stati accuratamente selezionati per creare connessioni con quanto proposto.

Tra gli altri, meritano una citazione particolare il set di Vanity in argento nella Stanza della Nonna e la mitica macchina da scrivere Olivetti in quella di Annarella. Il personaggio, così, prende forma e lascia viaggiare anche l’immaginazione, durante il soggiorno.

Gli spazi comuni e (naturalmente) il ristorante

Il cuore del resort, inutile dirlo, batte forte nel ristorante, il Cannavacciuolo Countryside, ovvero la nuova creazione dello chef, questa volta situata in terra d’origine. Per questa area lamatilde ha disegnato la maggior parte degli arredi su misura per poi commissionarne la realizzazione all’azienda DiSé.

Ne è un esempio l’importante mobile con ante in ottone brunito. Sedie e tavoli da pranzo sono di Pedrali, con piano in pietra lavica pensato ad hoc per il progetto. Per quanto riguarda l’illuminazione lo studio ha coinvolto l’azienda OTY che si è occupata della progettazione sia delle luci tecniche sia di quelle decorative, disegnate appositamente per LAQUA Countryside.

Gli esterni

Anche lo spazio esterno è stato accuratamente progettato e, come tutto il resto della struttura, gioca un ruolo fondamentale nel mantenere viva la percezione di contrasto tra l’ieri e l’oggi: la piscina, una lastra azzurra sognante a filo con la pavimentazione, è attorniata da listelli di legno rustico che, di nuovo, a loro volta, si stagliano sul panorama verde in cui l’angolo relax è immerso.

Tutto ciò che è giardino è stato progettato in collaborazione con l’architetto Stefano Olivari. La presenza di due orti e un frutteto era una prerogativa di partenza: integrano espressivamente l’ambiente esterno e producono materie prime locali di qualità poi utilizzate in cucina, a garanzia di una mantenuta altissima qualità per il palato.