Il line up del C2C 2024
Nel carnet spiccano artisti culto del panorama internazionale come Kode9, pseudonimo di Steve Goodman, una delle figure centrali della scena dubstep emergente, o come la star planetaria Arca, che da buona venezuelana mixa sapientemente elementi di avant-pop, electronica, experimental e influenze di musica latina.
C’è Delroy Edwards, storico dj yankee, che fonde elementi di house, techno, e acid e c’è A. G. Cook, fondatore dell’innovativa etichetta discografica PC Music, che continua da anni a ispirare la nuova generazione di artisti e produttori nella musica contemporanea.
Nella lunga lista brillano di luce propria anche Billy Woods, icona rap che da sempre ama spingere un po’ giù in là i confini dell'hip-hop contemporaneo, e Hessle Audio, etichetta discografica brit, fondata nel 2007 dai DJ e produttori Ben UFO (Ben Thomson), Pearson Sound (David Kennedy) e Pangaea (Kevin McAuley) che propone una performance che entrerà senza ombra di dubbio negli annali della kermesse (save the date: venerdi 1 novembre).
La quattro giorni verrà infine chiusa da Miss Jay, drag queen americana, famosa per il suo ruolo come giudice e mentore nel reality show America's Next Top Model.
L’arte contemporanea al C2C?
Tutto questo per dire che chi pensa che il C2C sia solo musica si sbaglia di grosso. È molto, ma molto di più. È un cocktail equilibrato di performance, video, digital e sound art. In una parola sola: di arte contemporanea. Mentre è difficile affermare che Artissima sia anche clubbing.
Forse è proprio questa la risposta a chi si chiede perché gli amanti dell’elettronica fanno più fatica a intrufolarsi fra gli stand dei galleristi della fiera allestita negli spazi dell’Oval.
Probabilmente trovano già tutto all’interno del loro mondo, dove le varie discipline artistiche si intrecciano impastano fino a diventare altro e guardano al futuro senza distinzioni di generi: le note rap si mescolano alle performance sperimentali, i campionamenti e le ipnotiche sequenze ritmiche alle esperienze sensoriali.
Che l’arte contemporanea, quella davvero capace di raccontare nel profondo le nostre emozioni e il nostro vivere quotidiano, sia forse più qui che altrove?