Il Festival della Fotografia Etica torna a Lodi per la sua quindicesima edizione. Abbiamo preparato una mini-guida per visitare le mostre e vivere la città come farebbe un insider, con tanti consigli su luoghi dove sostare, osservare le bellezze locali e assaporare le specialità della zona

Il Festival della Fotografia Etica, a Lodi, in programma quest’anno dal 28 settembre al 27 ottobre 2024, è l’ormai consolidato evento che sancisce l’arrivo dell’autunno in città.

L’aria frizzantina che si respira lungo tutto il mese, ormai da quindici edizioni, è significativa non solo della nuova stagione alle porte ma, anche, di una ventata di turismo alla quale la città-gioiellino della Pianura Padana ha sempre anelato e che recentemente sta sperimentando in forma concreta.

Piccole fasce arancioni (colore identificativo del Festival) allestiscono gli scorci più belli della città, incorniciando le location meno battute e le vie più frequentate, le vetrine dei negozi e gli interni dei palazzi. Sono il segnale che la manifestazione è in arrivo. Ogni angolo del centro storico e non solo, da semplice scrigno di bellezza, diventa luogo di significato, pronto a ospitare gli scatti che stanno facendo la storia del fotogiornalismo internazionale.

Anche i negozi, quest'anno, diventano co-protagonisti del Festival: con la rassegna FFE - OFF ogni attività commerciale può entrare a far parte del circuito di esposizioni fotografiche, allestendo spazi e e vetrine. Il tema è libero, non ci sono vincoli né indicazioni. Così, negozi, bar, circoli culturali, gallerie e ristoranti possono proporre le proprie creazioni.

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Le location per i quindici anni di Festival

Tra meravigliosi interni storici e spazi outdoor dal libero accesso come i Giardini Barbarossa, l'edizione di quest'anno rappresenta un importante traguardo per il Festival della Fotografia Etica.

Attiva dal 2010, la manifestazione compie ora 15 anni. E celebra questo importante traguardo con numeri interessanti: 150 fotografi da 40 paesi diversi e 5 continenti, quasi un migliaio di immagini esposte.

Per l'occasione, presso la ex Chiesa dell'Angelo di via Fanfulla sarà allestita una mostra che racchiude il meglio delle passate edizioni: una selezione di scatti rappresentativi di ogni anno, fra i quali le 15 copertine della kermesse. A queste, sempre visitabili durante i cinque weekend di Festival, si affianca un allestimento audio video che permette di approfondire le storie di ogni scatto presentato, oltre a una serie di incontri e iniziative organizzate con gli artisti.

Tra le location imperdibili vi sono inoltre Palazzo Barni - istituzione che sorge in una delle vie centrali della città - e Palazzo Modignani (dove lo spazio Le vite degli altri ospiterà quattro focus sulla stretta relazione che si crea tra le persone e il luogo in cui vivono) la Prefettura e - seppur più contemporanea - la Biblioteca Laudense.

In particolare, Palazzo Barni ospiterà le esposizioni relative al World Report Award - Documenting Humanity. Un progetto che vuole supportare fotogiornalisti a livello internazionale, dediti a portare alla luce storie spesso inascoltate e, in alcuni casi, tanto specifiche da non arrivare ai media tradizionali.

Il particolare, si possono osservare le fotografie di Giles Clarke con il reportage Haiti in Turmoil ha raccontato la drammatica guerra civile che imperversa da luglio 2021, con migliaia di persone uccise e rapite, mentre per le strade continuano furiosi scontri per il controllo del territorio che vedono protagoniste le gang criminali; ma anche Ingmar Björn Nolting, vincitore della categoria master con il suo An Anthology of Changing Climate, che ha messo in luce aspetto del cambiamento climatico in Germania.

O la fotografa francese Laetitia Vançon - menzione speciale Short story - con il reportage The Other Battlefields, che si è soffermata nel tempo su questioni del complotto in Ucraina le sue più durature conseguenze.

Tra le più interessanti, la categoria Master, vinta da Giles Clarke con il reportage Haiti in Turmoil che racconta la drammatica guerra civile che imperversa da luglio 2021, con migliaia di persone uccise e rapite, mentre per le strade continuano furiosi scontri per il controllo del territorio da parte delle gang criminali; la menzione speciale a Ingmar Björn Nolting e al suo An Anthology of Changing Climate, un viaggio attraverso una Germania divisa sulle questioni climatiche, in una società che rimane guidata dai consumi; la categoria Spotlight con Kasia Strek e il suo reportage The Price of Choice, sul delicato e attualissimo tema dell’aborto; la categoria Short Story è stata vinta da Francesco Comello per il reportage Oshevensk, ai confini del tempo, progetto che cerca di dar voce a una comunità resiliente (quella del villaggio di Oshevensk) che si aggrappa alle proprie radici in un’epoca dominata dalla tecnologia e dalla frenesia.

Biepielle Arte, poi, con sede all'interno dell'imperdibile centro direzionale progettato dall'archistar Renzo Piano nel 2001, ospita l’unica tappa lombarda della mostra internazionale itinerante del World Press Photo, il grande concorso internazionale di fotogiornalismo e fotografia documentaria più famoso al mondo che si svolge da quasi 70 anni, indetto dalla World Press Photo Foundation di Amsterdam. Grazie alla collaborazione tra FUJIFILM Corporation e World Press Photo Foundation, arriveranno a Lodi i fotografi Rena Effendi, Pablo Piovano, Julia Kochetova, Alejandro Cegarra, vincitori del World Press Photo 2024.

Presso il Palazzo della Provincia sarà allestita la mostra The War in Gaza Through the Eyes of its Photojournalists, promossa dall’ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA).

Presso la Cavallerizza, invece, con lo Spazio Environment, si celebreranno i 90 anni dell'etologa Jane Goodall con una mostra tributo al suo lavoro e a quello di molte donne fotografe che ha ispirato: quasi 40 scatti per immergersi nella bellezza del pianeta in collaborazione con Vital Impacts.

Lo Spazio No Profit nel chiostro del ex-ospedale Gorini quest’anno sarà ricco di ben 4 progetti: il fotografo Marcos Azulay per il San Camilo Hospice con A-Dios, progetto che racconta di come San Camilo è diventato un punto di riferimento per le cure palliative in Argentina, assistendo più di 2.000 persone con un’aspettativa di vita inferiore a sei mesi e accompagnando parenti e amici senza alcuna discriminazione etnica, culturale o religiosa; Giulia Piermartiri e Edoardo Delille per l’ONG WeWorld con Africa Blues, per raccontare come anno dopo anno la crisi climatica sta colpendo duro in Africa, ne sta cambiando le prospettive, sta minando la sua uscita dalla povertà, ne sta aggravando la fame e l'insicurezza, sta modificando la psicologia e la percezione del mondo dei suoi abitanti; Brian Hodges per African Women Rising con il progetto Breaking the Cycle of Extreme Poverty: Resilience and Strength in Adversity, sulla ricerca di offrire alle donne e alle ragazze colpite dalla guerra gli strumenti per poter uscire da una condizione di povertà estrema; infine il progetto PizzAut del fotografo Leonello Bertolucci, che racconta di una pizzeria rivoluzionaria fondata sull’inclusione, dove pizzaioli e camerieri sono giovani con autismo.

Festival della Fotografia Etica a Lodi: dove dormire e consigli per il weekend

3 posti belli dove dormire a Lodi

  • B&b la Gallina
    Un luogo dove sentirsi a casa. La struttura a gestione familiare La Gallina si trova a pochi passi dal centro città, in una delle zone residenziali di Lodi. Un angolo di paradiso in cui immergersi e in cui godere, talvolta, anche della compagnia di galline e tartarughe. La struttura fa parte di una cascina storica della città sapientemente ristrutturata: quello che ora è il bed and breakfast, un tempo era la casa delle galline (da qui il nome).
  • B&b Artincentro
    Situato in pieno centro storico, propone camere in stile sabby-chic. La dimensione rilassata e iper curata di ogni stanza è da attribuire alla cura inconfondibile dei proprietari. È sempre loro, una delle attività commerciali più caratteristiche di Lodi: Le Arti, un negozio in cui perdersi, tra arredi e oggettistica senza tempo, e di cui ritrovare traccia all'interno delle stanze allestite per il pernottamento.
  • Cascina Sesmones
    Poco distante dalla città, questa cascina completamente ristrutturata è situata in una posizione strategica per coloro che raggiungono Lodi in macchina. E in particolare via autostrada. Rustica al punto giusto, deve il nome Sesmones all’antica leggenda che narra della presenza di sei monaci (Ses Mones, in dialetto lodigiano). La struttura, immersa nella campagna locale, risale al 1400 circa, anche se alcune fonti tramandano una fondazione persino al 1200. Presso Cascina Sesmones è possibile anche pranzare, cenare e trascorrere momenti di relax, tra cavalli e animali da cortile.

4 ristoranti + 1 dove mangiare a Lodi

  • L’Enorafo
    La formula è quella del Wine bar + tapas, ma all'italiana. Da Ivan ci si rilassa con un calice di vino, sotto la caratteristica galleria del centro storico di Lodi, o nel raccolto cortiletto a cielo aperto, da cui si può intravedere il campanile della Chiesa dell'Incoronata. Il menu è semplice e variegato, tra piatti a portata di sharing, primi della stagione e secondi freddi o caldi. Anche i cocktail, come la lista vini, sono il fiore all'occhiello. Piazza della vittoria, 47, Lodi - Centro Storico.
  • I ravioli dell’oste
    Mangiare, letteralmente, in un pastificio. Qui, si può scegliere se fare take away o fermarsi per un piatto di gnocchi, ravioli, pasta e tutto ciò che di fresco si può degustare. L'atmosfera è informale, il menù dipende dalla proposta quotidiana e, oltre agli impasti completamente home made, anche i ripieni e i secondi sono freschi. Al banco, mamma e figlio. Via Francesco Gabba, 10, Lodi - Centro Storico.
  • Ilde
    Una novità lodigiana, sin da subito apprezzata da chi vive la città. Ilde è la bottega ristorante che propone piatti pronti e freschi di cucina, in formula gastronomia contemporanea. Un luogo in cui perdersi tra profumi e sapori. I proprietari, due giovani ragazzi (come il resto della brigata), raccontano le proposte e si propongono per sperimentazioni e abbinamenti. Qui, si possono anche acquistare delizie del territorio. Via Castelfidardo, 12, Lodi - Centro Storico
  • Antica Osteria del Cerreto
    La nostra scelta fuori città. Quando si nomina il 'Cerreto', si tratta di garanzia. Qui, la tradizione la fa da padrone, a partire dagli antipasti in cui compaiono alcune delle specialità della casa, preparate secondo la tradizionale ricetta di Mamma Margherita, fino al dolce. Imperdibile, l'affettato lodigiano accompagnato da gnocco fritto, e, per i più golosi, il Risotto alla Vecchia lodi - specialità gastronomica riconosciuta - con zafferano, ragù di salsiccia e pancetta, Raspadura «Bella Lodi». Ai saluti, Stefano Scolari, erede della famiglia, che riserva un caloroso sorriso per ogni ospite.
  • Pizzeria di Piazza Castello
    Lo spuntino, a Lodi, è in Piazza Castello. Budget iper contenuto e qualità altissima. Mircho Barbieri insieme con la sua mamma, spesso dietro al banco a servire il flusso di clienti, propongono diversi gusti di pizza al trancio. Un punto di riferimento dal 1995, affacciata su Piazza Castello, poco distante dal Torrione del Castello Visconteo di Lodi. Ci si può sedere sia all'interno sia all'esterno, in un'atmosfera quasi parigina reinterpretata in chiave lodigiana. Imperdibile la scamorza e patate.

Foto di copertina: Piazza della Vittoria e Cattedrale del Duomo di Lodi. Ph. Federico De Palma / @federicodepalmaimages

Articolo aggiornato in data 26 ottobre 2024