Dal 18 al 20 ottobre, alla Centrale Lavazza di Torino, torna il festival internazionale dedicato al city making e all’innovazione urbana

Torna a Torino, dal 18 al 20 ottobre 2024, il festival Utopian Hours: la tre giorni che celebra la dimensione urbana.

Con un palinsesto interamente dedicato all'innovazione e all'esplorazione a tema architetture rubane, l'ottava edizione della kermesse internazionale organizzata da Stratosferica racconta al grande pubblico le frontiere dell’innovazione urbana, le idee, le esperienze e i progetti che stanno aggiornando in modo coraggioso e a volte radicale il concetto di «fare città».

Il termine «utopia» non inganni: non è fuga dalla realtà, ma al contrario capire come si possono creare dei luoghi migliori, con consapevolezza, immaginazione e coinvolgimento collettivo.

Visioni per la città del futuro, nuove soluzioni per il settore immobiliare, la mobilità e le sfide climatiche in città, ricette originali per la rivitalizzazione degli spazi urbani.

Tra i vari temi del festival spicca il placemaking, un approccio multidisciplinare alla progettazione e alla riattivazione degli spazi pubblici in modo collettivo che punta a migliorare la qualità di una strada, una piazza, un quartiere.

Un processo collaborativo, che coinvolge i giovani e i cittadini, sensibile al contesto in cui opera, innovatore perché capace di unire pratiche diverse e uno sguardo in evoluzione su un particolare luogo. Elena Granata, docente di Urbanistica presso il Dipartimento di Architettura e Studi urbani del Politecnico di Milano, definisce i placemakers «i designer dei luoghi, gli inventori delle città che abiteremo».

Sul palco di Utopian Hours, a raccontare i processi che hanno portato alla realizzazione di straordinari progetti nelle città di tutto il mondo, i protagonisti di alcune innovative imprese urbane come Yes We Camp, Telliskivi Creative City, IF_DO, i grandi nomi dell’urban design internazionale come Matt Grunbaum di Field Operations, Dirk Van Peijpe di De Urbanisten e Kotchakorn Voraakhom del Porous City Network.

Con loro alcuni influenti pensatori-attivisti che mettono al centro del proprio lavoro i temi più urgenti del nostro tempo: dall’autosufficienza delle comunità urbane all’urban AI, passando per la sostenibilità e l’impatto sociale della rigenerazione urbana.

«Non ci dimentichiamo —spiega Luca Ballarini, fondatore e direttore di Stratosferica— che le città sono prima di tutto lo straordinario frutto dell’immaginazione umana, per segnare il proprio posto nel cosmo.

Allo stesso tempo oggi, diecimila anni dopo la comparsa delle prime città in varie parti del mondo, sappiamo con certezza che le città sono anche la destinazione dell’umanità: siamo sempre di più una specie urbana. Questi due potenti concetti, insieme, definiscono l’ispirazione e l’indagine che compie ogni anno Utopian Hours grazie al contributo appassionato di centinaia di ospiti internazionali e italiani.

Con un approccio aperto che supera le ideologie e gli slogan del momento e con la consapevolezza che le città ci affascinano proprio perché complesse e contraddittorie, il festival riunisce in un grande dibattitto collettivo city official, imprenditori, designer, urbanisti, architetti, placemaker, attivisti e filosofi urbani. Forse anche per questo è diventato uno degli eventi maggiormente seguito a livello globale. Torino in quei tre giorni è il posto in cui essere per tutti coloro che si occupano di città e innovazione urbana in Italia e nel mondo».

Cover photo: Kotchakorn Voraakhom - "Bangkok: a new wave to stop the fear of water"