Dagli arredi sacri alle nuove cabane fino alle panchine per riattivare la socialità. La rassegna al via il 26 settembre

Il design degli spazi sacri, le nuove proposte di lighing design, le panchine progettate per risvegliare il dialogo e la socialità smarrite nell'era digitale. E poi le sedie perfette per i dehors delle città d'arte, in equilibrio tra classico e contemporaneo, e quelle prodotte con un approccio circolare, i pannelli acustici per coltivare il silenzio e la pace, i lay out fluidi dell'abitare, le esedre contemporanee nell'interior e il ritorno al futuro di un classico: la cementina.

Sono i temi al centro di Match, Design!, la rassegna in programma dal 26 settembre al 6 ottobre a Roma, all'interno di Far, il Festival dell'Architettura della capitale.

A cura di Alessandro Gorla e di Paolo Casicci, Match, Design! prevede un doppio livello: gli allestimenti dei brand coinvolti all'interno dell'Acquario romano e negli spazi ooutdoor della storica architettura di fine Ottocento, e un cartellone di talk ispirato alle esigenze dell'abitare, a partire dal contesto di una metropoli complessa e sfrangiata come Roma, da secoli laboratorio, consapevole o meno, di pratiche e rituali della casa.

Tra i temi che la Capitale ha suggerito c'è quello della luce, affidato dai curatori a uno studio giovane per età e spirito come Tanzi Architecture e a Urban Lighting, tra i primi brand del made in Italy ad avere trasformato il Led in una tecnologia diffusa, quando ancora non era un obbligo normativo. Roma ha finito per suggerito anche il tema dell'abitare outdoor: Gian Paolo Venier di Otto Studio ha realizzato con Gart e Karpeta un'Esedra, archetipo attualizzato degli spazi esterni coperti dell'antichità, una cabane raffinata di soli tessuti e luce pensata per il parco dell'Acquario romano, che di notte si accende come una lanterna.

Partendo, invece, dal catalogo di Venedia, azienda giovanissima affidata da un imprenditore appassionato come Cristian Moro alla direzione artistica di Alessandro Stabile, si parlerà del bisogno di un equilibrio di classico e contemporaneo nella progettazione di arredi destinati ai centri storici.

Con Isabella del Grandi e Slalom, poi, spazio all'acustica, disciplina a lungo negletta dall'architettura d'interni e riscattata da un'azienda innovativa, nata per eliminare il rumore di fondo in case, uffici e luoghi dell'ospitalità.

Dall'incontro tra Millim Studio, duo romano formato da Chiara Pellicano e Edoardo Giammarioli attivo nel mondo del collectible, e l'ebanisteria siciliana Ferrantelli, fondata nel 1930, è nato invece un progetto totalmente inedito che porta il design nel mondo apparentemente immutabile dell'arredo sacro, mentre con Antonio Prete di Tekla si parlerà dei nuovi lay out della casa con un'eccellenza del made in Italy specializzata in porte e finestre.

Si dialogherà di ambiente e design circolare con Alessandro Stabile, autore con Martinelli Venezia di Oto, la sedia manifesto del design consapevole e attento all'ambiente intorno a cui Alex Pegoraro, fondatore di One To One, lavora per costruire un catalogo trasversale, non di solo arredo.

Gian Paolo Venier, interior raffinato che porta nel progetto la sua vocazione cosmopolita di viaggiatore instancabile, firma un'installazione per Gart e Karpeta che racconta i nuovi spazi outdoor sempre più ispirati a un passato fatto di esedre, patii e porticati, mentre l'art director Gianmarco Guarascio e D'Ascenzi raccontano il ritorno al futuro della cementina.

Match, Design! è anche l'occasione per lanciare davanti a una platea internazionale il progetto Parlascolta, coraggioso dispositivo urbano - tecnicamente, una panchina pensata per piazze e parchi - ideato da Giuseppe Casalini, firmato da Studio Algoritmo e fabbricato in collaborazione con il Laboratorio Progetti, Modelli e Prototipi del Dipartimento di architettura dell'Università degli studi Roma Tre.

Parlascolta è pensata come uno spazio sacro che accoglie due persone: una parla, l'altra ascolta senza sovrapporsi, concentrando tutta la propria attenzione sull’interlocutore: una metafora potente della voglia di recuperare empatia e dialogo in una società sempre più antagonista.