Dal meeting di due giorni meeting di due giorni, il 20 e 21 settembre, alle attività da seguire in città per scoprire come il paesaggio possa diventare strumento per la rigenerazione sociale e urbana

Paesaggio - la parola che è al centro del Landscape festival di Bergamo - è complessa perché assomma in sé significati diversi del vedere e del guardare, così come dello spazio che ci circonda: cos’è il paesaggio, un territorio, un modo di osservarlo, uno spazio su cui intervenire per renderlo più o meno gradevole ai nostri occhi o qualcosa da preservare dal punto di vista naturalistico?

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Il Landscape festival di Bergamo offre risposte a queste domande con un programma che si snocciola fino al 22 settembre, quest’anno costruito intorno a un titolo quasi inevitabile vista l’epoca che stiamo vivendo: Facing the crisis.

In un meeting di due giorni, in calendario per il 20 e 21 settembre, fotografi, paesaggisti, architetti, urbanisti, garden designer e botanici provenienti da tutto il mondo si confronteranno su come la progettazione paesaggistica possa fronteggiare le crisi e favorire la rigenerazione sociale e urbana.

Più nel dettaglio, si discuterà di come creare ecosistemi resilienti per affrontare le problematiche ambientali, sociali ed economiche di oggi. Guardando naturalmente al futuro. Tanti i nomi dei relatori, tra cui Catherine Mosbach, Tony Spencer, Margherita Brianza, Arthur Adeya.

Al Teatro Sociale di Bergamo Alta, dalle ore 9.00

Oltre al convegno internazionale però la città è in festa e offre molte occasione per pensare al verde e all’ambiente che ci circonda, tra progetti, visite guidate e appuntamenti.

Ecco cosa non perdere al Landscape Festival 2024.

Palazzo Moroni è un luogo da scoprire nel cuore della città Alta. Rimasto a lungo chiuso, il palazzo è stato recentemente restaurato e aperto al pubblico grazie al FAI che ha riaperto il palazzo con i suoi affresco ottocenteschi, ma soprattutto ha allargato l’orizzonte della città.

Perché oltrepassato il Cortile di Nettuno, si scoprono vari giardini in successione, da un piccolo esempio di giardino all’italiana a un più fantasioso quanto elaborato verde su terrazzamenti, si raggiunge poi l’ortaglia, uno scampolo di campagna che include anche i prati alti, l’area spontanea per il recupero della biodiversità in ambiente urbano, e l’antico roccolo, vicino al quale è tutelata una colonia di tassi. Visite guidate dal FAI fino al 22 settembre con prenotazione qui.

L’Antico lavatoio di via Lupo, a Bergamo Alta, ha ispirato un progetto interessante, dal titolo Choose your future: Green or dry. La linea temporale della storia umana è simboleggiata da un fiume e a ripercorrerlo si scopre quanto il suo corso sia influenzato da ogni decisione presa, che si sta prendendo o che si prenderà.

Due gli scenari a confronto, uno negativo, con la natura sopraffatta dallʼagire umano, e uno positivo, con un equilibrio tra uomo e natura. La loro realizzazione dipende però solo da noi. Così si ragiona sulle crisi ambientali e sulle possibili scelte da prendere per invertire la rotta.

Il Green Square 2024 è stato progettato da Catherine Mosbach, paesaggista francese, con una installazione dal titolo Fro Unity to Number, Leeds take root. Siamo in Piazza Vecchia e il suo impiantito di pietre ha ispirato un confronto tra mondo minerale e vegetale quasi a fare da specchio alla relazione tra quello umano e naturale. Non solo.

Le linee diagonali che solcano il pavimento della piazza simboleggiano un terreno arso dalla siccità, ma anche una speranza: nei solchi e nelle fenditure si innestano i semi di una nuova vita, quella di una vegetazione pioniera. Allora i 52 alberi e le oltre 3mila piante erbacee dell’installazione, che emergono da quelle fenditure trasformano la pizza in un giardino ideale, incoraggiando le persone a lottare per superare la crisi globale, climatica e sociale per un benessere collettivo.

Gli alberi raccontano la storia del nostro paese. E a raccogliere quelle storie sono stati Annalisa Metta, Daniele Zovi e Guido Scarabottolo, ovvero un paesaggista, un divulgatore e un illustratore, autori di un libro dal titolo Alberi - 30 frammenti di storia d’Italia (Marsilio) e dell’omonima mostra, raccontano storie di storie e storie di alberi, paesaggi e memorie. Per scoprire che gli alberi sono i nostri biografi, sicuramente gli archivisti del territorio e un esempio per la loro capacità rigenerativa.

Il 19 settembre alle 19, 30 nella Sala dei Giuristi presso il Palazzo del Podestà, Piazza Vecchia a Bergamo Alta.