Focus su “Made in Italy e Internazionalità” nel terzo appuntamento organizzato da Interni con Scavolini per Pesaro Capitale della Cultura 2024

Il terzo incontro de “La Cucina delle idee” si è concentrato sul tema “Made in Italy e internazionalità”.

Nell’affollata sala di Palazzo Gradari, nel cuore di Pesaro quest’anno Capitale della Cultura, venerdì 22 novembre sono intervenuti sul tema il designer Luca Nichetto, il professor Francesco Zurlo e il maestro Paolo Icaro, introdotti da Fabiana Scavolini, ceo della nota azienda marchigiana, promotrice insieme a Interni del ciclo di incontri e Daniele Vimini assessore alla Cultura e vice sindaco della città.

Nel suo intervento, Luca Nichetto ha parlato della sua esperienza di designer e art director per importanti brand italiani e internazionali. Secondo il progettista muranese esiste una differenza sostanziale tra le imprese italiane e quelle di altri paesi che le rende uniche, ed è la capacità di rendersi disponibili a tutte le ipotesi di progetto che vengono sottoposte.

Si può fare” racconta Nichetto, è la frase più comune che recitano italiane i responsabili dei centri di produzione delle aziende di design, in una logica di collaborazione e di partnership.

“Attenzione” continua Nichetto “questo rende più complesso il lavoro dell’autore, perché ha di fronte un partner con moltissima esperienza, che non trascura nessun dettaglio”.

E conclude: “lavorare con le aziende italiane è come affrontare un master di progettazione: se lo passi, sei a posto per sempre”.

Il prof. Francesco Zurlo, preside della Scuola del Design del Politecnico di Milano, si è soffermato su due punti.

L’internazionalità che hanno gli atenei italiani, in particolare la Scuola del Design del Poli di Milano che oggi conta 5000 studenti con un’altissima percentuale di ragazzi stranieri (Cina in pole position) al punto da dover abbandonare la lingua madre a favore dell’inglese.

“I ragazzi vengono dall’estero in Italia perché desiderano essere nel Paese dove il design è un’eccellenza. Poi alcuni restano, e si inseriscono da noi, altri rientrano nel loro Paese d’origine o si trasferiscono altrove, ma resta un rapporto consolidato con l’Italia e con la nostra istituzione formativa”.

Prosegue Zurlo affermando che “stiamo attraversando un periodo complesso e difficilmente classificabile” e conclude: “il paradigma emergente è quello del VUCA – Volatility, Uncertainty, Complexity, Ambiguity – che caratterizza il mercato e condiziona i comportamenti delle aziende.

Tematiche ambientali influenzano fortemente la produzione industriale e propongono salti di scala, culturali e organizzativi: si impone un modello di servitizzazione dei prodotti e relativi cambiamenti dei modelli di business”.

Il maestro Paolo Icaro ha invece portato la sua esperienza di artista che ha lavorato per molti anni a New York e poi, una volta rientrato in Italia, ha continuato la sua attività di autore, scultore riconosciuto a livello internazionale.

“A New York ho abitato negli anni Sessanta a SoHo, esattamente in Greene Street.Laddove oggi c’è un imponente e lussuoso building da migliaia di dollari al metro quadro, esistevano solo loft e squat dove andavano ad abitare gli artisti. Io avevo un loft molto grande grandissimo molto bello per lavorare ma era difficile avere un momento di concentrazione, di intimità”.

E così Icaro costruisce uno spazio concettuale, una ‘casa’ realizzata con profilati di metallo dipinti di un giallo intenso. La casa gabbia diventò il suo piccolo e buon ritiro.

Questo approccio di relazione con lo spazio l’artista, recentemente premiato a Italics d’Oro 2024 , lo ha trasferito anche in Italia. Nelle gallerie e negli spazi museali dove viene invitato a realizzare opere site specific, ma anche a Pesaro capitale della Cultura 2024, dove ha realizzato un’opera doppia Meteorite per il Quartiere 4, disponendole in due aree pubbliche diverse, Villa Fastiggi e Villa Ceccolini.

“Credo che l’arte oggi, in Italia e anche fuori, si debba interrogare sul valore dell’arte pubblica, e sulla sua capacità di entrare in sintonia con le altre discipline. Design e architettura per esempio”.