Le mostre, le installazioni site-specific, le rassegne di arte, design e fotografia del Festival ragusano saranno aperte fino al 22 ottobre

La terza edizione Barocco&Neobarocco (leggi qui il programma) si è conclusa il 24 settembre a Ibla, ma le mostre e le installazioni progettate per il festival di design ragusano rimarranno aperte ancora un mese.

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C’è tempo quindi per visitare sia il bellissimo territorio siciliano della Val di Noto, Ragusa e Ibla e di godersi un itinerario ispirato al Barocco siciliano e alle sue diramazioni contemporanee.

Il festival, spiega il suo ideatore Roberto Semprini, “ha l’obiettivo di far dialogare la cultura del progetto con quella di impresa, nel contesto delle scenografie barocche della città con al centro la rinascita settecentesca della Val di Noto.

Barocco&Neobarocco offre lo spunto per un confronto sulle diverse declinazioni del design neobarocco, interpretazione contemporanea di quell’estetica che ha segnato la storia del territorio ragusano e che ancor oggi rappresenta una cifra stilistica comune a molte tendenze della contemporaneità”.

Nel segno del decoro e dell’inaspettato

Cristina Morozzi è stata la curatrice incaricata di ideare i temi e i percorsi culturali di Barocco&Neobarocco.

Forte di scenografie eccezionali, ha scelto di coinvolgere gli artisti Giuseppe Leone, Davide Bramante, Graziano Villa e Giovanni Blanco, gli stilisti Loredana Roccasalva e Luigi Piccolo e, naturalmente le aziende del territorio, mettendo in scena attraverso installazioni site-specific il dialogo continuo fra storia e contemporaneità nel segno del decoro e, più in generale, della passione che gli esseri umani nutrono per i segni ornamentali.

Tra gli speaker, oltre a Morozzi, anche la giornalista e critica Silvana Annicchiarico, la direttrice del Sistema Interni Gilda Bojardi, Gianni Canova, professore di Storia del Cinema e Filmologia, rettore della Libera università di lingue e comunicazione IULM.

Palazzo Cosentini, il Circolo di Conversazione, la ex Chiesa San Vincenzo Ferreri, il museo della Cattedrale, i giardini Iblei, il teatro e il castello di Donnafugata sono gli spazi che hanno ospitato prodotti di design e opere d’arte, moda e fotografia. Un occhio di riguardo anche per il lavoro degli studenti dell’Accademia di Brera, della scuola Abadir di Catania e dell’ISIA di Firenze.

L’ornamento non è delitto

Durante i quattro giorni del Festival numerosi i talk che hanno tracciato linee di dialogo fra la realtà che viviamo e la memoria storica della zona.

Cristina Morozzi ha ricordato al pubblico che: “Ornamento non è delitto”, recuperando una famosa citazione di Adolf Loos che al contrario in Parole nel vuoto, in piena post-Secessione dichiarava che: “l’evoluzione della civiltà è sinonimo dell’abolizione dell’ornamento nell’oggetto d’uso”.

La critica e storica del design Silvana Annicchiarico ha puntato invece dritto al punto, evidenziando come il design degli ultimi quarant’anni si sia spesso spinto oltre i confini legittimi della forma (classica o modernista) per sondare cosa c’è oltre la soglia della normalità.

Da Gaetano Pesce in poi, il progetto serve anche per osservare senza giudizio, per scoprire i lati oscuri, per stupire, turbare, parlare conl’inconscio individuale e collettivo.

Il design non è solo razionalismo, per fortuna

Gilda Bojardi, direttore di Interni, ha cercato la presenza ingombrante della bizzarria e della stranezza nel processo di costruzione del sistema FuoriSalone. Da protagonista della nascita della kermesse milanese, ha ricordato come fin dall’inizio sia stato proprio il tentativo di inserire nella tradizione fieristica elementi di rottura, delle bizzarrie a portare a un nuovo concept di evento internazionale, che include la città, territori, spazi e temi non convenzionali. Stranezze, irregolarità: definizione che in effetti corrisponde al significato della parola “barocco”, in opposizione alla classicità e alla tradizione.

Re-Evolution: senza l’inaspettato non si costruisce il futuro

Ha proseguito evocando l’avvento dei temi più specifici del contemporaneo, che ci impongono di pensare all’inaspettato, alla reinvenzione di una realtà che reclama la capacità di stupirsi e di non sostare annichilita davanti al cambiamento. Tutto questo richiede una buona dose di Barocco e, soprattutto, di Neobarocco, in un lavoro progettuale che designer e brand portano avanti con convinzione da decenni, anche e soprattutto in occasione del FuoriSalone.

Una menzione particolare a tema dell'ultimo FuoriSalone di Interni: Re-Evolution. Con partecipazioni autoriali di alto profilo, così come con il costante ingrediente del coraggio e dell’audacia rappresentativa, le numerose venue di Re-Evolution sono la dimostrazione che la capacità creativa umana è viva, pronta a inventare il futuro e, soprattutto, per niente aliena all'idea del NeoBarocco.