L’Osservatorio dell’ADI ha selezionato 219 progetti che raccontano un’industria più orizzontale e collaborativa
I 219 progetti selezionati dal comitato scientifico dell’Osservatorio Permanente dell’ADI sono il racconto dei racconti del contemporaneo. Evidenziano problemi, anche emergenti, e cercano risposte. I designer si confrontano con ogni tipo di crisi, sociale, ambientale, economica e antropologica.
Il mondo chiede molto, ultimamente. Dal punto di vista umano e, di conseguenza, progettuale. Ma la raccolta di progetti intelligenti dell’ADI Design Index dimostra che ci ci stiamo provando. O che abbiamo malgrado tutto la capacità di insistere.
Con implacabile pazienza e caparbietà il Design Index narra cosa stiamo facendo e, in linea di massima, contiene delle buone notizie. È un volume da studiare per meravigliarsi e comprendere di quanto e come l’industria e la realtà manifatturiera di piccole e grandi imprese stia concretamente cambiando.
E quanto e come il design sia oggi una disciplina capace di strutturare un pensiero ampio e collaborativo in grado di dare risposte, anche solo parziali e non definitive, su temi sociali e ambientali. Non è solo una questione di sostenibilità, ambito in cui il progetto è stato e continuerà a essere fondamentale per modificare i processi di produzione e per sfruttare in modo razionale l’evoluzione tecnologica.
È soprattutto una questione di scenari mentali, di posizioni etiche e culturali.
Lo dimostrano i numerosi libri, ricerche, mostre, progetti di design per il sociale e per l’inclusione raccontati dall’Index. Perché parlano di un mondo che si interroga a volte ferocemente sullo status quo, mettendo in discussione il modo in cui abbiamo sempre fatto le cose e proponendo soluzioni più razionali. Facilitate sicuramente dalla presenza massiva di una tecnologia abilitante, ma anche dalla disponibilità, non così scontata, a cambiare in meglio.