Dal 4 al 25 febbraio va in scena la festa goliardica che, da 150 anni, è motore per l’economia di un territorio: Maria Lina Marcucci, presidente del Carnevale di Viareggio, spiega la sua importanza per la città, i suoi artigiani e i giovani che aspirano a diventare maestri

Nato il 25 febbraio 1873 come una sfilata di carrozze addobbate, il Carnevale di Viareggio, che quest’anno compie 150 anni, è una festa identitaria in cui sberleffo, satira, allegoria e voglia di evasione trovano forma nella creatività dei maestri della cartapesta.

Un maxi evento collettivo, in calendario quest’anno dal 4 al 25 febbraio, che attiva l’economia di un intero territorio, tiene in vita botteghe e mestieri che altrimenti si estinguerebbero, e porta avanti tecniche e materiali antichi, come la carta a calco, comunemente detta cartapesta, contaminandola con pittura, scultura, design, robotica, lighting design e nuovi linguaggi espressivi.

Maria Lina Marcucci, presidente del Carnevale di Viareggio, spiega l’importanza di questa manifestazione per la città, i suoi artigiani e i giovani che aspirano a diventare maestri.

Quest’anno il Carnevale di Viareggio festeggia 150 anni. Qual è il significato del Carnevale per la città?

Maria Lina Marcucci: “Viareggio e il Carnevale sono un tutt’uno. Il Carnevale è un evento che viene vissuto tutto l’anno, dai preparativi alle costruzioni dei carri, dai commenti sull’edizione passata alle speranze di ciò che sarà, dalla “battaglia” per poter entrare tra i figuranti selezionati dai vari maestri per le proprie opere, alla presentazione, in estate, dei bozzetti dei carri dell’anno successivo. Viareggio è imbevuta di coriandoli, il Carnevale ce l’ha nell’anima, da sempre”.

Quando nasce e come si evolve il Carnevale di Viareggio?

Maria Lina Marcucci: “Il Carnevale di Viareggio nasce nel 1873 come pura espressione della goliardia. Nel Sette-Ottocento il Carnevale nelle città era una festa di popolo, ma anche di palazzi e di nobili.

La prima sfilata a Viareggio non fu di carri ma di carrozze infiorate, che quest’anno, in occasione dei 150 anni del Carnevale rievocheremo in una sfilata storica.

Le costruzioni nei decenni si sono evolute: dalle semplici carrozze addobbate si è passati ai grandi carri.

A inizio Novecento i carri erano modellati in gesso, su intelaiature in legno, realizzati negli hangar dei cantieri navali, ad opera dei maestri d’ascia e calafati, abilissimi carpentieri navali della Darsena, insieme a pittori, decoratori e scultori locali.

Bisogna attendere il 1925 per vedere i carri come li conosciamo oggi, realizzati in carta a calco, o meglio nota come cartapesta, un materiale che permette di costruire opere mastodontiche, ma allo stesso tempo leggerissime, con i meccanismi nella pancia, prima movimenti manuali, poi automatici.

Viareggio è famosa anche per le sue maschere: il simbolo del nostro Carnevale è Burlamacco, con il suo mantello nero e l’abito a rombi rossi e bianchi, nato nel 1930 dalla matita dell’artista e pittore futurista Uberto Bonetti, che mette insieme gli elementi delle maschere della Commedia dell’arte, prende qualcosa da Balanzone, qualcosa da Arlecchino, e dà vita a una nuova maschera, considerata l’ultima della Commedia dell’arte.

Burlamacco si accompagna di una giovane donna affascinante, Ondina, la villeggiante che veniva a Viareggio a trascorrere i mesi estivi, che indossa un abbigliamento marinière in stile anni Venti. Dagli anni Sessanta agli Ottanta il Carnevale di Viareggio diventa la massima espressione della satira politica, e successivamente con la globalizzazione i carri iniziano a raccontare i temi che affliggono il mondo.

Oggi il Carnevale è il risultato di una forte innovazione, sia sul piano espressivo che costruttivo, e allo stesso tempo mantiene viva la sua secolare tradizione”.

Quali sono gli eventi da non perdere quest’anno?

Maria Lina Marcucci: “Oltre alle sfilate, con 9 carri di prima categoria, 4 di seconda, 9 mascherate in gruppo, 10 maschere isolate, quest’anno abbiamo organizzato numerosi eventi per festeggiare e raccontare i 150 anni del Carnevale, come mostre, incontri tematici e conferenze, rievocazioni storiche, concerti e convegni.

Tra le esposizioni da non perdere, Che la festa cominci… fino al 30 aprile presso la Galleria d’arte moderna e contemporanea, con prestiti dei musei nazionali che raccontano la storia del Carnevale, non solo quello di Viareggio, dal Settecento al Novecento; poi Costumi Costume, una festa in maschera all’interno di villa Argentina, espressione dello stile liberty a Viareggio, con i costumi confezionati dalla sartoria viareggina dei fratelli Anna e Giorgio White che hanno lavorato con i più grandi artisti, da Zeffirelli a Fellini.

Al museo della Marineria, Mani in pasta racconta il rapporto tra il mondo dei cantieri - perché Viareggio fin dal Settecento è conosciuta per le sue imbarcazioni - con il Carnevale e la costruzione dei carri.

Infine a Villa Paolina la mostra CarnevalArt che vede esposte per la prima volta le opere che fanno parte della collezione della Fondazione Carnevale”.

Perché il Carnevale è importante per le botteghe e gli artigiani locali?

Maria Lina Marcucci: “A realizzare i giganti di cartapesta, i teatri viaggianti che raccontano storie, sono i maestri costruttori viareggini: 23 ditte artigiane, con più di mille persone al lavoro, spesso figli d’arte che hanno ereditato dai padri e dai nonni le abilità e i segreti di un mestiere unico.

I carristi di Viareggio lavorano durante l’anno anche per importanti artisti e installazioni, hanno committenze per i teatri e grandi eventi. Coltiviamo e tramandiamo l’arte del carrista, e sosteniamo le nuove generazioni di artigiani, con numerose attività di promozione.

Per esempio, durante il Carnevale ci sono quattro categorie di sfilata: le prime due sono rappresentate dai maestri, la terza e quarta sono le tappe di avvicinamento per i giovani che aspirano a diventare maestri artigiani.

In più a Viareggio abbiamo l’Accademia della cartapesta, con corsi per tutte le età, dove i nostri maestri insegnano le tecniche tradizionali come la carta a calco, ma anche i processi e i materiali più innovativi specie nella parte meccanica e della movimentistica con effetti sempre più sorprendenti.

I corsi includono anche nozioni di marketing e social marketing per dare ai giovani gli strumenti per promuoversi e proiettare il Carnevale nel futuro”.

Qual è l’impatto del Carnevale sul territorio di Viareggio?

Maria Lina Marcucci: “Il Carnevale è importante perché è il motore dell’economia della città e di tutto il territorio locale.

Oltre mille persone lavorano per le botteghe artigiane che realizzano i carri, e decine di sarte cuciono gli abiti per i circa 3mila figuranti.

A ciò si aggiunge la promozione turistica, perché il Carnevale attira migliaia di turisti ogni anno, in un periodo solitamente di bassa stagione, a beneficio di albergatori e ristoratori. L'industria del Carnevale muove a livello nazionale un indotto da oltre 200 milioni di euro, con il Carnevale di Viareggio che da solo genera attività da 30 milioni di euro”.