Bene, parliamo proprio di questo: come ha affrontato il rapporto con il paese e con il paesaggio?
Creando un edificio capace di mantenere una propria indipendenza, senza però ignorare il patrimonio locale. Castelrotto è stato il contesto di riferimento, ma è soprattutto la montagna che ha ispirato il progetto.
Come si è confrontato con questa 'presenza'?
L'idea chiave era quella di far diventare il massiccio dello Sciliar protagonista del progetto, portarlo, per così dire, all'interno dell'hotel. A cominciare dall'uso della pietra. Sono di beola, infatti, il pavimento della hall e il bancone della reception: un blocco di roccia lavorato a taglio d'acqua che ricorda immediatamente che siamo in alta montagna.
E, ancora, la Dolomitgestein (pietra delle Dolomiti) che ridotta a calce regala alla facciata dell'hotel tutta la naturalezza di un bianco preso in prestito alla natura. Materiale locale anche per gli arredi delle camere e del ristorante, realizzati su disegno in legno di castagno grazie alla maestria degli artigiani altoatesini.