SPECIALE EXPO

Wolfgang Buttress, artista pluripremiato, è noto per le sue installazioni in spazi pubblici, che integrano arte, design e architettura ispirandosi al ciclo vitale della natura. La maggior parte delle sue opere sono magniloquenti, nonostante siano spesso lievi, come le tracce di un aereo nel cielo limpido, e hanno origine, come lui stesso dichiara, “da idee semplici, come l’impollinazione”, una fecondazione che genera energia vitale in modo naturale e calmo.

È il caso del padiglione della Gran Bretagna a Expo Milano 2015, un grande alveare immerso nella natura, immaginato per offrire un’esperienza generativa, di tipo sostenibile, percepibile in modo empatico, come in natura.

Le sue creazioni, assimilabili alla land art per quella ‘calma’ che Buttress tiene a sottolineare e per l’essere organicamente parte di paesaggi naturali e costruiti, non appartengono, propriamente, al dominio di questa branca artistica. Sono a tutti gli effetti sculture, sovente di grandi dimensioni, capaci di sprigionare dal fine lavoro di tessiture, sensazioni e stupori di tipo magico.

Talvolta paiono incandescenti cerchi di fuoco, come Lucente (2014), l’opera installata nell’atrio del John Hancock Center di Chicago. Angel Wing (Islington, Londra 2003) consiste invece in un paio di ali alte 125 metri e larghe 18 composte da una struttura in acciaio tramata di penne d’oca, che paiono fluttuare nella piazza del centro commerciale in cui sono collocate, quasi appartenessero ad un immenso volatile. Rise (2011), una sfera geodetica di 30 metri di diametro che s’innalza dal centro di Belfast per ben 37,50 metri, risultando visibile da ogni prospettiva, costituisce una sorta d’imprevisto punto focale del paesaggio cittadino.

Nonostante siano sempre di ragguardevoli dimensioni, le opere di Buttress non soverchiano mai lo spazio circostante, imponendosi con una staticità di tipo monumentale, ma riescono sempre a integrarsi nel paesaggio, partecipi, nel loro essere non inerti ma sempre in qualche misura mutevoli, del respiro vitale della natura.

L’artista parla delle sue opere come di “organismi vivi, in continuo cambiamento, in grado di trasmettere una sensazione di quiete”. Calma e quiete sono le qualità che lo scultore inglese persegue con le sue installazioni, offrendo un repertorio variegato di opere stupefacenti, governate da una naturale armonia.

testo di Cristina Morozzi

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Una, 2013, Australia. Un’altra sfera a specchio consente, a chi guarda nei fori, di ammirare il microcosmo di una notte stellata.
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Rise, 2011, Belfast. Progetto vincitore di un concorso internazionale, l’opera vuole essere il simbolo della nuova Belfast. È composta da una sfera geodetica sospesa all’interno di una struttura reticolare più grande che si erge fino a 37,5 metri di altezza.
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Una, 2013, Australia. Una sfera in acciaio forato riproduce le 9100 stelle della volta celeste.
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Wolfgang Buttress all’interno del Padiglione del Regno Unito, che l’artista ha immaginato come un grande alveare immerso nella natura. “L’idea è semplice ma magniloquente: l’impollinazione, ovvero la fecondazione delle piante per mezzo del vento o delle api che genera energia vitale in modo naturale”. (ph courtesy UKTI)