Da un lato la Puglia, luogo in cui ha sede il quartier generale dell’azienda, dove prendono forma i progetti e le nuove collezioni prodotto. Dall’altro, il mondo, a cui Natuzzi punta con una precisa strategia di retail che ha portato a quota 363 gli store monomarca nel mondo, a sostegno della costruzione di un brand che oggi è il più conosciuto tra i consumatori di beni di lusso (fonte IPSOS-Lagardère).
Nel mezzo, nuove collaborazioni con designer quali Studio Memo, Victor Vasilev, Claudio Bellini, Mauro Lipparini, Bernhardt & Vella, e un’attività di sperimentazione in ambito artistico con il progetto Natuzzi Open Art. Tra locale e globale, tra pezzo unico e prodotto seriale, si situa dunque l’identità di Natuzzi.
Cinquantasette anni di attività di Pasquale Natuzzi a Santeramo in Colle (Bari) che oggi vede affacciarsi in ruoli chiave Pasquale Jr. Natuzzi, Communication director & Deputy Creative director, che, a fianco del padre, indirizzerà l’azienda di famiglia verso nuove strade nel mondo del design.
Da qualche settimana”, racconta Pasquale Jr., “sono stato investito del ruolo di Deputy Creative director e ho iniziato una intensa ricerca per l’avvio di nuove collaborazioni con designer esterni. Sono convinto che la forza di Natuzzi risieda anche nella contaminazione tra diverse idee e sensibilità, è un modo per mettere l’uomo e i rapporti umani sempre al centro della filosofia produttiva dell’azienda e per cogliere le ispirazioni provenienti dalle realtà più varie.
Ogni nuova idea viene sviluppata con la guida dello stilista Pasquale Natuzzi, io affiancherò mio padre in un lavoro a quattro mani e poi sperimenterò idee collaterali, ‘out of the box’, sia per stimolare i nostri creativi a spingersi oltre le visioni già acquisite, sia per stupire i consumatori con iniziative e idee di prodotto sempre nuove. Bisogna essere rilevanti nel proprio modo di agire per fare la differenza”.
Per la XXI Triennale di Milano, l’azienda pugliese ha realizzato, assieme a Fabio Novembre, un nuovo concept abitativo per la mostra Stanze. Altre filosofie dell’abitare. “Si tratta di un’ idea molto lontana dal concetto classico d’abitare, Intro è un utero ideale dalla forma ovoidale che inghiotte letteralmente. Fabio Novembre ha lavorato sull’idea della stanza da letto assimilandola alla forma più perfetta e ancestrale: l’uovo.
La stanza ha la superficie esterna in metallo specchiato e nasconde un caldo ambiente in pelle dal colore rosso intenso che mostra un segno tangibile della nostra devozione verso l’artigianalità che da sempre ci contraddistingue. L’interno dell’installazione raffigura un volto in negativo che sembra guardare verso l’interno della stanza. Abbiamo lavorato giorno e notte sulla struttura per un mese e mezzo e oggi siamo orgogliosi del risultato raggiunto”.
In parallelo vive invece il progetto Natuzzi Open Art, due volte l’anno, di cui una ad Art Basel, Natuzzi affianca artisti contemporanei nella realizzazione di opere concettuali per allargare i confini del design e sperimentare nuovi percorsi per il brand.
“Con Adrien Missika abbiamo creato nel flagship di Miami un’installazione site-specific che evolve il suo progetto Siesta Club: un’amaca oversize di 20 metri quadri in pelle, su cui sono stati applicati materiali e decorazioni diversi, per rappresentare l’idea dell’abitare comune e di uno spazio di aggregazione”.
Si tratta di collaborazioni che vanno oltre il core business dell’azienda ma che in vari modi ne influenzano il catalogo. La produzione tradizionale si sta innovando, al pari del settore automobilistico, con logiche industriali e di lean production, mantenendo però la centralità dell’uomo e dell’esperienza dagli artigiani Natuzzi.
“Abbiamo un animo capace di fantasia ma anche concreto, soprattutto per quanto riguarda la produzione di cui controlliamo l’intera filiera produttiva: dalla selezione dei legnami provenienti da foreste a disboscamento controllato alla produzione della pelle grazie alle concerie italiane, per arrivare alla lavorazione delle imbottiture.
Gestiamo direttamente tutto il processo produttivo, non solo delle materie prime ma anche della fase di prototipia e ingegnerizzazione fino alla produzione su larga scala. Le proposte di Natuzzi sono sempre alla ricerca di equilibrio, armonia e Dna storico, un concetto rimarcato anche nella nuova campagna di comunicazione che ha nel claim “Harmony Maker” la conferma a seguire la strada tracciata nel tempo.
L’anima di Natuzzi Italia è nell’incontro di queste due parole: Harmony è astratta, ricca di aspirazioni e descrive il lavoro di ricerca fatto dal centro stile; Maker, invece, rappresenta la concretezza, l’artigianalità e la manualità. Questo connubio si realizza nel Centro Stile dove oltre 100 professionisti tra designer, interior decorator, architetti e colorist si dedicano alla ricerca dell’armonia, abbinando forme, materiali e colori. Abbiamo moodboard materici, un vocabolario cromatico e codici visivi per i prodotti. L’armonia è una religione che guida tutte le creazioni Natuzzi, dal prodotto al punto vendita. La nostra intenzione non è definire uno stile di vita, ma trasmettere un’idea di interior confortevole, fuonzionale, innovativo e armonioso”.
La prossima sfida per Natuzzi è l’ampliamento dei punti vendita monomarca nel mondo. “Il retail” conclude Pasquale Jr., “ha un grande valore che si esprime nel contatto diretto con il consumatore e contribuisce a creare una relazione che dura nel tempo. Ad oggi abbiamo complessivamente 1,141 punti vendita nel mondo di cui 363 store.
Vogliamo crescere sia nella catena di retail di proprietà sia nel franchising, non necessariamente nei mercati emergenti a cui tutti puntano come la Cina (dove siamo presenti con risultati molto positivi), piuttosto in quelli in cui abbiamo notorietà di marca e un alto potenziale inespresso, come l’Italia, che per ora conta soltanto tre punti vendita, o l’Inghilterra e l’Europa in generale.
I nostri programmi prevedono, inoltre, una focalizzazione particolare sui negozi monobrand negli Stati Uniti e nel mercato già forte e consolidato dell’Asia Pacifica. Lo store rappresenta il canale di vendita fondamentale perché è il luogo in cui riusciamo a trasferire pienamente il Dna del brand: l’armonia tra materiali, forme e colori, l’odore della pelle, la morbidezza delle imbottiture, le luci calde e soffuse, il profumo della nostra Puglia, sono esperienze che il consumatore può vivere solo in un negozio.
Un’esperienza che passa anche attraverso le collaborazioni con gli architetti per i quali abbiamo ideato strumenti dedicati tra cui il Design Studio che permette di progettare in 3D avendo a disposizione l’intero campionario di pelli, tessuti e finiture della collezione.
Testo di Valentina Croci