Viaggio nella creatività brasiliana, alla scoperta di una delle sue componenti più autentiche: la sostenibilità. Che qui è ambientale, sociale, culturale. La Brazilian way: “Design com Alma”

 

Foto Alex Ferro/Apex-Brasil – Testo Katrin Cosseta

 

Campana per il sociale
Per capire l’anima del design brasiliano di oggi bisogna varcare un’anonima saracinesca bianca, affacciata su un’altrettanto anonima strada di San Paolo. È la soglia – fisica e metaforica – dello Studio Campana, e perfetta rappresentazione dell’understatement dei due fratelli. Uno spazio ibrido tra officina, centro sociale, studio professionale con tutti i crismi, di fama mondiale.

E anche ente benefico, in quanto sede dell’Instituto Campana, associazione no profit fondata nel 2009 che si propone di preservare l’eredità creativa di Fernando e Humberto Campana, usando il design come strumento di trasformazione attraverso programmi a sfondo sociale ed educativo.

“Abbiamo creato l’Insituto perché vogliamo trasmettere la nostra conoscenza agendo nella comunità. Ci piacerebbe anche aprire un museo e magari una scuola di artigianato, dove insegnare dal ricamo alla saldatura, fino alla carpenteria. Per ora una volta al mese organizziamo workshop con i bambini delle favelas qui in studio”, spiega Humberto, che di sé dice: “sono un sognatore a cui piace creare ponti, rendere la vita più delicata, rimanendo umile e connesso alle mie radici”.

Un vero ritratto di modestia che, letteralmente, innerva due importanti progetti sociali della fondazione. “Io da bambino volevo fare il capo indiano, Fernando l’astronauta. Abbiamo trasformato questi sogni infantili in una cartolina-autoritratto che facciamo ricamare ad alcune detenute di San Paolo, a cui vanno i proventi della vendita. Al momento della scarcerazione avranno così a disposizione del denaro e una professionalità indispensabili per il loro reinserimento sociale”.

Altra storia di empowerment femminile si cela dietro a Iluminated Portraits, progetto coordinato da Ana Paula Moreno, ex general manager di Estudio Campana, oggi impegnata in progetti di salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Come la tecnica tradizionale di ricamo redendê, tipica di Entremontes, piccolo centro nello stato di Alagoas.

“È un universo lontano dalla globalizzazione, un mondo a parte dove esistono saperi e tecniche che possono arricchire il nostro vocabolario di forme e tipologie: sarebbe un peccato contaminarlo. Alle donne del luogo, che eseguono ricami molto tradizionali, abbiamo proposto di tracciare con ago e filo i loro ritratti e trasformarli in lampade. Abbiamo cercato di dare nuove possibilità alla loro tecnica, conservandone la tradizione, ma aprendo loro una nuova visione”.

Le ricamatrici della Casa do Bordado de Entremontes sono ancora perplesse per la richiesta di lasciare i fili pendenti, quasi un oltraggio alla loro leggendaria precisione, ma nel frattempo sono diventate motore economico della comunità. Gli Iluminated Portraits sono stati esposti a Rio per le Olimpiadi, a Milano per il FuoriSalone (NonostanteMarras, 2017), dove torneranno quest’anno in mostra alla Galleria Luisa Delle Piane.

“L’idea di tutte le nostre collaborazioni è dare nuove possibilità”, riassume Humberto. “Il lavoro della fondazione è un modo di democratizzare il design, che al contempo diventa uno strumento per ridare speranza e coscienza si sé a persone che si aspettano poco ormai dalla vita, e in Brasile ve ne sono tantissime”, gli fa eco Waldick Jatobá, general director di Insituto Campana, citando a titolo di esempio il progetto condotto con Aliança de Misericordia. Sotto la direzione artistica dei fratelli, agli ospiti di un centro di accoglienza per persone con dipendenze è stato chiesto di creare degli oggetti usando mattoni semilavorati di una fabbrica poco distante.

Ne sono nati vasi di una grande potenza espressiva, venduti da gallerie esclusive e museum shops. Il ricavato va al singolo ‘artigiano’ che firma anche il pezzo e con i mattoni “ricostruisce, anche metaforicamente, la propria vita”. Questi manufatti sono un manifesto di quel “form follows materials” che Jatobá definisce “il pensiero rivoluzionario dei Campana, il contributo che hanno dato alla storia del design, introducendo trent’anni fa un modo di progettare che oggi traspare nel lavoro di molti giovani creativi”.

 

Virtuosi del legno
Il legno è uno dei materiali più nobili e identitari del design brasiliano, ed è anche il tema attorno a cui ruota la grande questione della sostenibilità ambientale. Fondamentale attore culturale intorno a questo materiale, e non solo, è Etel.

Il marchio, fondato 30 anni fa dalla designer Etel Carmona, propone le edizioni dei grandi maestri, da Oscar Niemeyer a Sergio Rodrigues, da Lina Bo Bardi a Oswaldo Bratke, oltre che una collezione di mobili disegnati da talenti contemporanei. Ogni pezzo è realizzato rigorosamente a mano, secondo le classiche tecniche dell’alta falegnameria. Pioniere nell’uso del legno certificato, Etel è stato il primo brand brasiliano a fregiarsi del sigillo FSC (Forest Stewardship Council).

Altro grande virtuoso del legno è il designer Paulo Alves, discepolo di Lina Bo Bardi. “In Brasile ci sono 12 mila essenze diverse di legno. Mi sento come un pittore con a disposizione altrettanti colori!”. Sulla vetrina del suo store, scenograficamente coperto di vegetazione, campeggia a caratteri cubitali la sua filosofia progettuale: “portare la foresta dentro la casa”.

E infatti i suoi pezzi si ispirano alle strutture di alberi e mangrovie, e combinano come in una tavolozza l’incredibile varietà cromatica dei diversi legni, esclusivamente di recupero o da forestazione sostenibile. Il suo impegno verso la natura culmina nella recente collaborazione con Coomflona, una cooperativa che opera nella foresta pluviale amazzonica, in un progetto che allea gli interessi della comunità, la gestione forestale sostenibile e le esigenze del design ad alto valore aggiunto.

 

Alto artigianato, design profondo
L’identità culturale brasiliana come essenziale materia grezza del progetto. Questo è il credo di Sérgio J. Matos, designer del Mato Grosso il cui lavoro dimostra quanto labile possa essere il confine tra design e artigianato e a quale straordinaria autenticità espressiva possa portare la loro fusione.

Emblematico è il progetto Brasil Original, che Matos conduce su invito di Sebrae (ente di supporto per micro e piccole imprese), per aiutare alcune comunità indigene dell’Amazzonia a sviluppare, grazie al design, un mercato sostenibile e autonomo per i propri manufatti artigianali.

Un lavoro di alto valore antropologico e sociale, che supera il mero folklore per diventare manifestazione di un nuovo linguaggio creativo, in cui forme organiche tropicali e tradizionali tecniche di lavorazione reinventano vasi, lampade, cesti e altri manufatti.

“È un progetto speciale”, spiega Matos, “sia per i materiali, che provengono dalla foresta profonda e dal Rio Negro, sia perché ogni etnia (Kuripako, Ticuna, Tariano, Tukano, Baniwa, Baré, Arapaço, solo per citarne alcune, ndr) è depositaria di saperi materiali unici. Con ogni comunità ho sviluppato un concept diverso: un lavoro estremamente delicato, per il rischio di intaccare la loro identità culturale e tecnica.

Ma gli indios dell’Amazzonia necessitano di un mercato per potersi sostenere; il mio ruolo è portare le informazioni su cosa funziona commercialmente e adattare, senza snaturarle, le loro tecniche. Bisogna entrare con rispetto nelle comunità, senza imporre un design aggressivo”.

“Non abbiamo subito alcuno shock culturale”, conferma Gilda, figura storica nella federazione indigena di donne artigiane. Anni fa ha dovuto vendere i propri capelli per potersi permettere il viaggio in barca fino al mercato di Manaus, dove vendere, per pochi reais, i propri cesti intrecciati. Dopo l’incontro con Matos, il valore e la richiesta (da gallerie in tutto il Brasile) delle sue creazioni si sono impennati.

“Per noi l’artigianato è un bene di prima necessità, perché ci consente di procurare cibo, medicine, istruzione. Questo progetto ci ha portato autosufficienza e autostima. Ora ho occhi diversi per le forme, cerco fonti d’ispirazione ovunque, non voglio rimanere sempre uguale”. Illuminante la sua definizione della parola design: “È una forza che mi consente di creare una forma coerente con l’ambiente circostante, trasformando la materia secondo il mio modo”. E scuote con orgoglio la sua lunghissima chioma.

 

Il Brasile a Milano
La Design Week milanese è da anni uno dei palcoscenici privilegiati per iniziative culturali e commerciali legate al design brasiliano. A ogni edizione si contano mostre sui maestri del Modernismo carioca o aperture di gallerie e showroom (nel 2017 quella di Etel).

Anche per il 2019 Apex – Brasil, agenzia governativa per la promozione del commercio estero, rinnova la sua presenza all’Università degli Studi di Milano per l’evento INTERNI Human Spaces, a cui sarà collegata una grande mostra sul design brasiliano presso il Museo della Permanente.

 

gallery gallery
Fernando e Humberto Campana con i loro ritratti realizzati dalle ricamatrici di Entremontes. Foto Lucas Moura courtesy Estudio Campana - IPTI.
gallery gallery
Cartolina - autoritratto infantile dei fratelli Campana, ricamato da detenute nelle carceri di San Paolo. È uno dei progetti promossi dall’Instituto Campana.
gallery gallery
Uno degli Illuminated Portraits (foto Fernando Laszlo), un progetto della fondazione Campana con l’Institute of Researches in Technology and Innovation, volto a preservare, tramite il design, tecniche artigianali e culture popolari a rischio di scomparsa.
gallery gallery
I fratelli Campana (foto di Lucas Moura) hanno lavorato con l’associazione di ricamatrici di Entremontes nello stato di Alagoas.
gallery gallery
Le ricamatrici di Entremontes nello stato di Alagoas.
gallery gallery
Una vista dello Studio Campana a San Paolo.
gallery gallery
Fasi del workshop condotto con Aliança de Misericordia (foto di Dimitry Suzana) per aiutare persone affette da dipendenze, dal quale è scaturita la collezione in laterizio Tijolos Vases (foto di Fernando Laszlo).
gallery gallery
Fasi del workshop condotto con Aliança de Misericordia (foto di Dimitry Suzana) per aiutare persone affette da dipendenze, dal quale è scaturita la collezione in laterizio Tijolos Vases (foto di Fernando Laszlo).
gallery gallery
La collezione in laterizio Tijolos Vases (foto di Fernando Laszlo).
gallery gallery
Scorcio dello showroom Etel Design a San Paolo, affacciato sulla via del lusso Alameda Gabriel Monteiro da Silva. Il brand edita i pezzi dei maestri del design e dell’architettura brasiliana oltre a produrre una collezione firmata da talenti contemporanei.
gallery gallery
Scorcio dello showroom Etel Design a San Paolo.
gallery gallery
Scorcio dello showroom Etel Design a San Paolo.
gallery gallery
Il designer Paulo Alves.
gallery gallery
Il designer Sérgio J. Matos, ritratto nelle acque del Rio Negro.
gallery gallery
Il designer Sérgio J. Matos insieme ad alcuni artigiani di diverse comunità indigene dell’Amazzonia, con i quali ha condotto il progetto Original Brasil. Scopo dell’operazione è aiutare in modo sostenibile gli artigiani, tramite il design, a sviluppare un mercato per i loro manufatti.
gallery gallery
Il cesto realizzato con fibre della palma Piaçava, un materiale di foresta profonda.
gallery gallery
Una indigena, ritratta come divinità amazzonica, mostra manufatti realizzati con lavorazioni tradizionali delle comunità a cui appartiene. (foto courtesy Sérgio J. Matos).
gallery gallery
Una indigena, ritratta come divinità amazzonica, mostra manufatti realizzati con lavorazioni tradizionali delle comunità a cui appartiene. (foto courtesy Sérgio J. Matos).
Punti di Vista
Reale o virtuale?
Come un gioco