Due sedute dell’archivio storico di Bonacina 1889 tornano alla luce all’interno del catalogo De Padova. Per celebrare due progetti esemplari del design italiano e la grande sapienza artigianale che ancora oggi esprimono

 

testo di Valentina Croci

 

Tornano alla luce dall’archivio storico Bonacina 1889 due sedute fuori catalogo che raccontano l’unione tra saper fare artigianale e modernità di linguaggio. Sono la Silvia, progettata da Paolo Tilche nel 1960, e la T.54 dei fratelli Monti del 1954, rieditate grazie a De Padova.

La prima è realizzata con canne d’India legate a mano mediante corteccia di giunco ed è un pezzo ancora conteso nelle battute d’asta del vintage d’autore; l’altra è costituita dalla tessitura in midollino su una struttura a doppio cerchio di metallo e ha contribuito a introdurre il Moderno nelle case degli anni ’50.

Per il processo artigianale che li contraddistingue, tutti gli esemplari sono pezzi unici e raccontano una storia italiana, quella della famiglia Bonacina che dalla fine del XIX secolo a Lurago d’Erba, in provincia di Como, trasferì le tecniche dei canestrai al settore del mobile, con prodotti realizzati in giunco, midollino e rattan.

Le due riedizioni nascono dalla comune idea di Roberto Gavazzi, amministratore delegato di Boffi Group, ed Elia Bonacina, amministratore delegato di Bonacina 1889, di valorizzare questa memoria storica. Ma anche da un trasporto personale: “Luca Tilche, mio amico di infanzia e figlio di Paolo”, racconta Gavazzi, “mi fece vedere alcuni prodotti disegnati negli anni ’50 da suo padre, celebre architetto di interni e designer milanese, nonché fondatore di Arform, società di importazione di oggetti e complementi per la casa di grande gusto. Tra questi prodotti c’era la poltrona Silvia, di cui mi innamorai all’istante.

Con Elia Bonacina concordammo con entusiasmo di rimetterla in produzione. Elia me ne fece vedere un esemplare nel museo aziendale. Lì, in mezzo a straordinari pezzi del passato, c’era anche la poltrona T 54 dei fratelli Monti: un altro bellissimo oggetto fuori produzione da tempo. Così abbiamo deciso di rieditare questi due pezzi iconici, che ho sentiti vicini alla tradizione di De Padova”.

Le due sedute sono portatrici di valori apprezzati dal mercato attuale, come il ‘fatto a mano’ e il ‘sartoriale’. “La nostra clientela”, continua Gavazzi, “ama poter avere in casa un prodotto che sia espressione di progettazione e manualità. Bonacina produce tutto ancora in Italia, con passione e una cura maniacale della qualità. Entrambe le poltrone richiedono oltre un giorno e mezzo di lavoro di un singolo artigiano per essere realizzate. E una scelta accurata della materia prima. Sono quindi molto diverse da ciò che viene oggi importato dall’Asia.

“Bonacina”, conclude Gavazzi, “è rimasta una delle pochissime eccellenze locali e offre anche un servizio di riparazione per tutti i prodotti. Con De Padova condivide i valori intrinseci del design italiano, come la forte spinta all’innovazione tecnica e del design, nessun compromesso sulla qualità, la ricerca continua di una proposta sofisticata, una struttura produttiva italiana di artigianalità abbinata a tecnologie all’avanguardia. Le due aziende, però, mantengono un’identità personale e diversa. Sono certo che troveremo altri prodotti altrettanto rappresentativi su cui intraprendere nuove sfide assieme”.

 

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La poltrona Silvia disegnata da Paolo Tilche (1960, Archivio Storico Bonacina 1889) ha la struttura in Malacca e l’armatura in canna d’India con legature in corteccia di giunco, finito con vernice acrilica trasparente.
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La poltrona T.54 dei fratelli Monti (1954, Archivio Storico Bonacina 1889) si caratterizza per la struttura a doppio cerchio in acciaio e la seduta in tessitura in midollino, dotata di due comode maniglie laterali. Entrambe la sedute sono oggi proposte con il marchio De Padova by Bonacina.
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Una fase della lavorazione manuale.
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Una fase della lavorazione manuale.
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Una fase della lavorazione manuale.