Roberto Gavazzi, AD di Boffi, racconta a Interni genesi e storia di Boffi Code, una cucina completamente progettabile su misura.

Totalmente customizzabile attingendo a un’ampia gamma di materiali e finiture (ma anche di cappe, piani cottura e contenitori) Boffi Code è, di fatto, una cucina che non esiste fino a quando il cliente non ordina il modello che ha scelto per sé. Quali sono le ragioni commerciali dietro a un progetto del genere?
Ci siamo resi conto in questi ultimi anni che la nostra clientela si sta sempre più indirizzando verso prodotti che siano il più possibile unici, speciali. È una tendenza forte, avvertita particolarmente da quei clienti che nutrono una passione verso il design o nei confronti di determinati ambienti, per esempio la cucina o il bagno.
C’è la richiesta chiara di qualcosa che vada oltre l’oggetto singolo  a vantaggio di uno spazio che sia in grado di definire un’atmosfera, una sensazione o un’emozione speciale. Già prima del progetto Boffi Code (che oltre alla cucina si estende anche al bagno), l’azienda si muoveva in questa direzione grazie a una collezione molto ampia, capace di soddisfare le richieste di qualsiasi tipologia di cliente.
Ma, dal momento che il desiderio di possedere qualcosa di diverso è abbastanza frequente, spesso ci siamo trovati nella situazione di dovere costruire, customizzare, personalizzare e adattare molti progetti in base alle richieste di un architetto o di un cliente.
Allora abbiamo pensato che sarebbe stato più interessante cavalcare questa tendenza verso il prodotto sartoriale (che tocca anche altri campi, dai vestiti alle automobili) e di essere ancora più propositivi, così da poter garantire una possibilità di personalizzazione ancora più spinta. Per noi l’ideale è orientare il cliente in modo che non sia costretto a una riprogettazione totale dell’oggetto, (eventualità che potrebbe essere un po’ farraginosa da gestire, oltre che costosa).
L’idea è quella di riuscire a settare lo schema di base dei prodotti sul quale poter poi innestare personalizzazioni più o meno estreme. Raggiungere questo risultato dipende molto anche dai nostri partner sul territorio e dalla loro capacità di gestire la creatività dei clienti affinché si approdi a un prodotto sicuramente unico, ma non inutilmente complesso.
Creare la propria cucina ideale è come dedicarsi a un’opera di architettura, è come il progetto di una casa, preventivo compreso. Come detto, la tendenza esisteva già, noi abbiamo voluto ingabbiarla in uno schema ben preciso, in modo che fosse più regolata e dimostrasse che siamo in grado di fornire al mercato qualcosa di flessibile, pur  con tutti i vantaggi portati in dote da un’azienda strutturata, certificata e organizzata. Insomma, con tutte le garanzie del caso che adotta Boffi nei confronti dei suoi clienti.

Come sappiamo, Boffi Code porta la firma di un designer storicamente legato all’azienda come Piero Lissoni. A chi è spettata la scelta dei materiali e delle varianti di finiture (che spaziano dai legni millenari ai metalli, fino alle pietre naturali) con cui è possibile personalizzare la cucina?
Lissoni, che è sempre l’anima creativa dietro l’azienda, ci ha molto aiutati in questo progetto. Insieme a lui, siamo partiti da un interrogativo: come proporre qualcosa che non possiede una serialità e che, in sostanza, non esiste nella realtà fin quando non viene progettata.
Da lì, insieme, ci siamo orientati verso alcune proposte che ci sembravano interessanti per stimolare la fantasia dei nostri clienti. Abbiamo pensato ad alcuni modelli ‘base’ che comprendessero una serie di idee legate a determinati materiali e forme. Oltre che con Lissoni, per Boffi Code ci siamo confrontati anche con alcuni nostri partner in Italia e in Europa, con l’intento di trovare le soluzioni più idonee per esaudire i desideri dei clienti.

In che modo il cliente è aiutato a orientarsi nella scelta della propria Boffi Code ideale?
Noi lavoriamo per fornire uno schema di base della cucina, le cui coordinate possono comunque essere scardinate. In linea di massima, diamo ai nostri partner commerciali sul territorio l’input di orientare l’acquirente, nei limiti del possibile, verso la struttura base dell’offerta Boffi. Offerta che in seguito può essere modificata (attingendo a una sorta di ‘abaco’ fatto di materiali, maniglie, forme, misure) per ottenere una cucina diversa, il più vicina possibile all’idea originaria del cliente. Per noi è quindi fondamentale scegliere i partner che abbiano le competenze tecniche e progettuali adeguate a proporre la Boffi Code.

Una volta ricevuto l’ordine, quali sono i tempi di consegna per una cucina Boffi Code?
Non esiste una risposta univoca: i tempi sono estremamente variabili e inevitabilmente legati al livello di complessità di ciascun progetto.

Quali sviluppi futuri prevedete per il progetto Boffi Code?
In occasione del prossimo Salone del Mobile presenteremo altre proposte che andranno nella direzione già imboccata: l’idea è quella di affidare, ogni anno, la collezione Boffi Code a un architetto o a un designer diverso, lasciandogli mano libera per lo sviluppo di versioni inedite.
Parte di queste proposte saranno poi integrate nella serie ed entreranno a far parte della gamma Boffi Code che potremmo definire ‘standard’: un’apparente contraddizione nei termini, necessaria però a fornire un’identità e a dare sostanza a una collezione che altrimenti diventerebbe troppo intangibile e quindi difficile da cogliere.

Foto di Tommaso Sartori – Testo di Andrea Pirruccio

gallery gallery
Una delle possibili configurazioni di Boffi Code, la cucina totalmente customizzabile sviluppata da Boffi in collaborazione con Piero Lissoni, qui nella versione con ante in Durinox e mensole Upper in noce Light Canaletto.
gallery gallery
Boffi Code con piano e ante in Grey Stone.
gallery gallery
Boffi Code con piano e ante in Grey Stone.
gallery gallery
Configurazione di Boffi Code con ante in legno Abonos Oak, piano e fianco in Dekton marrone Galema e colonne con ante in Maistral ferro striato F12 di De Castelli.