“Sartorialità, coraggio e un pizzico di follia”. Questo il dna di antoniolupi oggi, a detta del ‘frontman’ creativo Andrea Lupi, a capo di ricerca, progettazione e comunicazione dell’azienda di famiglia. Sartorialità “che nasce dal progetto stesso, dalla capacità di adattarsi alle esigenze del progettista e degli spazi con una estrema libertà di materiali, dimensioni, colori e finiture, superando la definizione di prodotto industriale”. Coraggio “di uscire dagli schemi”. Un pizzico di follia nel “volere realizzare ostinatamente (e rigorosamente in Italia) solo i progetti che mi piacciono, senza badare alle richieste del mercato, anche quando sembrano impossibili. Nell’essere imprenditori sognatori”.

I tre concetti trovano una concreta rappresentazione, quasi un manifesto, nel nuovo showroom aziendale di Stabbia, già in sé una storia di coraggio e di profonda italianità. Il progetto nasce dall’esigenza di ripristinare lo spazio dopo la devastazione causata da un evento atmosferico balzato agli onori delle cronache nel settembre del 2014.

Lo showroom è rinato più grande (2300 metri quadrati rispetto ai 600 precedenti) e più bello di prima. A partire dalla ‘danza d’acqua’ che accoglie sorprendentemente il visitatore all’ingresso. Uno spettacolo di son, eau et lumière orchestrato, con tanto di domotico direttore, da soffioni incassati a soffitto a cui la sartorialità fa esprimere dimensioni inusitate (fino 75×100 cm, praticamente un piatto doccia).

Superata la grande vasca all’entrata, l’allestimento si snoda come un fluido percorso tra soluzioni abitative e stili di vita, efficacemente inscenati dallo styling di Paola Pastorini. Perché il bagno c’è, sì, ma ormai diffuso nella casa, in dialogo con il living e la zona notte “mentre il nucleo più privato rimane circoscritto ai sanitari, a cui spesso all’estero è dedicato un ambiente a parte”, spiega Lupi.

Così una vasca, magari incassata, può troneggiare in camera da letto o nel living circondata da una libreria, e un mobile-lavabo può richiamare colori e finiture degli arredi nella zona giorno. Diversi colori ambientali (dark blue, rosa cipria, avana, grigio) e riferimenti stilistici (dal déco alla optical art) connotano le scene che costruiscono attorno alle collezioni chiare indicazioni di lifestyle: dal Moderno urbano al Futuro Classico passando per il Moderno Romantico.

“Volevamo fare vedere che i nostri prodotti possono coprire più aree di gusto, dal contemporaneo al decorativo, perché in azienda convivono diverse anime”. Il catalogo del marchio ha un’unica identità, molto forte, ma ogni designer ha il suo carattere, spiega Andrea Lupi: “Carlo Colombo all’inizio era molto materico, Nevio Tellatin ha un’impostazione tecnica, Domenico De Palo ha un segno poetico, Roberto Lazzeroni una raffinatezza borghese”.

In oltre sessant’anni di storia l’azienda è stata testimone e protagonista, spesso anticipatrice, dell’evoluzione del mondo dell’arredobagno. “Ancora solo 30 anni fa il bagno si declinava in lavabo in ceramica su colonna, con specchio e applique e la vasca in acrilico, al massimo ci si sbizzarriva sul mobile sottolavabo. Oggi il progetto bagno si è liberato, ne è cambiato il concetto, e i nuovi materiali consentono forme e misure inusitate, che ci hanno permesso negli ultimi 10 anni di proporre un su misura a 360 gradi”.

Il discorso dei materiali è intimamente connesso all’identità e al successo del marchio toscano. “Il nostro materiale d’origine è il cristallo, con cui mio padre ha iniziato a produrre specchi e poi mobili, pensili e accessori. Dagli anni Ottanta abbiamo inserito in catalogo ceramica, legno e metallo.

La vera svolta arriva con gli anni Duemila: Carlo Colombo esplora la pietra e soprattutto il Corian, la cui introduzione rivoluziona forme, misure e tecnologie. In seguito, con il Cristalplant abbiamo ulteriormente esaltato plasticità e leggerezza, come nella vasca Baía, che è un bestseller. Oggi siamo arrivati a proporre un nostro materiale brevettato, Flumood, ecologico e compatto, dal tatto setoso e personalizzabile con textures materiche. E che soprattutto consente di esprimere un discorso sul colore”.

Indissolubilmente legata all’evoluzione dei materiali, è la sequenza di prodotti iconici, portatori di innovazioni assolute nel settore. Come il lavabo in Corian Slot disegnato del 2002, il primo ad eliminare la piletta e altro bestseller, la collezione Materia di Colombo che ha introdotto in bagno il concetto di sistema multimaterico, la collezione di camini Il canto del fuoco, di Domenico De Palo, da cui è discesa nel 2010 l’idea di integrare il lavabo all’architettura, espressa poeticamente nei modelli Strappo, Silenzio e Soffio che paiono mimeticamente fondersi con la parete.

La ricerca nella direzione dell’estetica della sottrazione, della pulizia estrema delle forme “per me vera condizione dell’eleganza, perché il progetto deve avere pochi, indispensabili segni per essere compreso”, sentenzia Lupi, sfocia in un ultimo lavabo di grande carattere (“lo si odia o lo si ama”): Battigia, disegnato da Michel Boucquillon.

“Il progetto prosegue, ma con segno ancora più rigoroso e contemporaneo, l’idea del lavabo incassato nella parete. Visto di profilo sembra una scheggia di cristallo scagliata nel muro, da cui pare sgorgare l’acqua come per magia, essendo il rubinetto nascosto alla vista, integrato nella struttura in Corian del lavabo annegata nella parete. La luce all’interno, blu o bianca, enfatizza l’aspetto emozionale, soprattutto di notte.

Di fatto è una nuova tipologia di prodotto: più che un lavabo è una lampada-lavabo. In cui esprimiamo ancora una volta la nostra capacità sartoriale, perché lo possiamo realizzare in varie lunghezze tra 90 e 300 cm, e in diversi materiali”.

Battigia apre di fatto nuovi, futuribili scenari nell’ambiente bagno, ma il cristallo, anche simbolicamente, rappresenta il legame con la storia dell’azienda. Cosa rimane della antoniolupi delle origini? “La seconda generazione. Noi quattro fratelli che con passione gestiamo l’azienda di famiglia. E poi la sede. Radici e produzione restano a Stabbia, anche se siamo presenti praticamente in tutto il mondo (è recente l’apertura di quattro nuovi showroom nel sudest asiatico, ndr).

Forse siamo un po’ folli anche in questo”, conclude Andrea Lupi. In fondo, diffondere design e innovazione dai luoghi natali de Leonardo, è anch’essa una forma di lusso.

 

di Katrin Cosseta – foto di Walter Monti