La costruzione si sviluppa come calibrata sommatoria di volumi scanditi da forme geometriche di forte impatto che legano fronti e copertura in un’unica sintesi senza soluzione di continuità. Figure compatte, valorizzate da un voluto innalzamento del piano di appoggio rispetto a quello dell’intorno e dallo studiato impiego dei materiali di rivestimento (larice siberiano, rame ossidato e pietra olive stone dalle forti proprietà antigelive) distribuiti per campiture alternate.
Queste disegnano una composizione architettonica che, nel rifiuto della dimensione del revival stilistico in voga nella Russia del XXI secolo soprattutto per la rivisitazione della tradizione della dacia, si proiettano su tutti i lati verso la foresta circostante, aprendo tagli prospettici che incorniciano i colori del paesaggio, come quadri che cambiano colore al succedersi delle stagioni e delle luci del giorno.
Alla foresta si offrono terrazze e logge, e, non ultima, l’invenzione di un soggiorno en plein air; uno spazio coperto, aperto su tre lati, che accoglie in mezzeria un cono di bronzo massiccio che sfonda il tetto di rame per fungere da ampio camino, in grado di scaldare l’intera zona prospiciente.
Così un elemento proprio dello spazio interno, come il camino del soggiorno, si trasforma qui in figura architettonica che genera in esterno uno spazio conviviale in grado di sfuggire al perimetro canonico delle stanze della casa. Uno ‘spazio-paradosso’, con il camino domestico portato in esterno, che ricorda l’enigmatico soggiorno erboso che Le Corbusier ricavò nel 1929 sul tetto dell’appartamento parigino in avenue des Champs Elysées per il collezionista d’arte messicano Charles de Beistegui.