Interni ha coinvolto progettisti di livello internazionale e di varie provenienze – Giappone, Cina, Brasile, Russia, Gran Bretagna, Polonia – con formazioni ed esperienze differenti, nell’ottica di comporre un mosaico di stili e visioni, e per mettere a confronto, anche a livello territoriale, i vari caratteri e le interpretazioni del progetto.
L’art de la photographie
Mostra a cura del Collettivo Alidem
“La passione mi muove in tutte le cose che faccio. L’idea che ha portato alla nascita di Alidem era di rendere accessibile a tutti l’arte della fotografia. Il problema era la ricerca dell’artista: ci siamo guardati intorno e alla fine abbiamo scoperto che il nostro collettivo all’interno aveva risorse, capacità, desiderio di innovazione anche superiori rispetto ad altre proposte esterne. Quando uno mette passione, voglia, impegno in una cosa, non c’è limite; non è che necessariamente bisogna avere fatto già qualcosa nel settore. Ho trovato in Open Borders e in chi l’ha ideata e realizzata un entusiasmo simile, se non uguale, al mio.” Pompeo Locatelli, fondatore Alidem
Along the Lines of Happiness
Progetto di Laura Ellen Bacon e Sebastian Cox. Realizzazione Ahec American Hardwood Export Council
“L’opera originale è stata pensata per incorporare l’esatto momento della realizzazione, quei sentimenti felici e gioiosi che si provano mentre si crea. Emergono due aspetti del lavoro: il lato tecnico, per cui ogni elemento viene preparato attentamente; e la parte in cui i materiali sono manipolati con le mani nude e con il vapore.” Laura Ellen Bacon, artista
“In un laboratorio, se commetti un errore, nessuno lo vede. In questa occasione apriamo la struttura al pubblico, le persone possono venire a guardare cosa stiamo facendo mentre lo facciamo. Il materiale è molto importante, così come il design. Anche se in questo caso il design è quasi secondario al fatto che stiamo cercando di sperimentare con il legno.” Sebastian Cox, designer/maker
Be Brazilian
Mostra a cura di José Roberto Moreira do Valle con Brazil S/A
“È difficile raccontare tutto del Brasile, dei materiali, dei prodotti; qui a Milano abbiamo presentato un piccolo spaccato del design brasiliano, portando un po’ dell’innovazione e della creatività che ci contraddistinguono. Abbiamo scelto di tributare un omaggio al Modernismo presentando il tavolo Niemeyer 1985 di Oscar Niemeyer per Estel e la sedia di Lina Bo Bardi. Questa idea di Interni di riunire in mostra il design che proviene da tutto il mondo rappresenta un grande arricchimento per la settimana del design di Milano”. José Roberto Moreira do Valle, fondatore di Brazil S/A
Design without Borders. Press Office
Progetto di Mac Stopa con Nmc, Milliken
“Per me Open Borders significa aprire le frontiere tra differenti discipline del design: architettura, industrial design, graphic design, moda. L’esperienza guadagnata in una disciplina aiuta a creare oggetti nelle altre. Non è importante quanto un progetto sia a lungo termine, l’importante è quali siano le sue radici; questo ufficio stampa è un esempio di un progetto che è isolato dal contesto. Significa che c’è libertà di espressione, mancanza di stress, significa che puoi aprire la tua mente a pensieri creativi. Le idee sviluppate per Open Borders saranno idee a lungo termine per il futuro.” Mac Stopa, architetto
Digital Borders
Progetto di Felice Limosani con East End Studio
“Il paradosso attuale è che i confini geopolitici sono sempre più ristretti, mentre altri confini si espandono: le conversazioni in rete, gli incontri virtuali. In quest’ottica ho pensato che i Big Data potrebbero essere una grande opportunità. Ho elaborato un Csm, un sistema che scandaglia i dati, l’ho interfacciato con i dati di Onu e della Comunità Europea sui flussi migratori; ho importato i dati in un motore grafico che, in tempo reale, li ha trasformati in flussi di immagini proiettate sui led monitor del Portale”. Felice Limosani, creativo multidisciplinare
Innovative Perspective: Itinerary
Progetto di Lissoni Associati con Audi
L’installazione, presentata da Piero Lissoni per Audi e collocata nel Cortile d’Onore dell’Università Statale, era in stretta connessione con altre tre installazioni della stessa serie posizionate all’ingresso della Torre Velasca e in via Monte Napoleone, che interpretavano i quattro anelli del logo automobilistico.
Metaphor
Progetto di Chen Xiangjing con Jing Yi Zhi International Furniture Supply
“Se il design significa individuare i problemi e risolverli, si può dire che sia un lavoro senza limiti. Un buon designer non dovrebbe chiudersi dentro alcuna frontiera. Per quanto mi riguarda, Open Borders significa mantenere libero e aperto il proprio orizzonte, identificare i problemi tenendo conto delle possibilità generate dal processo di creazione. Il mio lavoro spazia dall’architettura all’interior, dalle opere d’arte ai prodotti di arredo per la casa. A Milano abbiamo portato due serie di sedute che ho recentemente progettato. Il designer dovrebbe creare un ponte tra le persone e i nuovi stili di vita, che significa non solo risolvere i problemi, ma anche mostrare un nuovo modo di vivere e creare più possibilità per questo.” Chen Xiangjing, designer
Moving Lights
Progetto Studio CastagnaRavelli con Azul Italia
Fasci di luce che si direzionano verso l’alto, si inclinano e si rialzano, si incrociano e si sovrappongono, per sottolineare la festa del design organizzata da Interni negli spazi della Ca’ Granda: dieci teste mobili in continuo movimento, nascoste da due grandi scatole ai lati del portale impreziosite da una linea di marmo Azul. La luce è bianca, per non sovrapporsi al colore dell’edificio storico e per far risaltare l’ingresso di Open Borders.
Parabolic Stripes
Progetto di Noriko Tsuiki e Naoyuki Shirakawa con Kokura Stripes Japan Association
“La nostra installazione ha preso spunto dalle linee curve dei panneggi dell’abito indossato da Sant’Ambrogio nel modello in gesso, opera di Adolfo Wildt. Quest’anno ricorre il 150° anniversario dall’inizio delle relazioni diplomatiche tra Giappone e Italia. Le 150 bobine di tessuto che compongono la struttura di fronte alla statua celebrano questo evento e la speranza di un lungo futuro di collaborazione tra i nostri Paesi.” Noriko Tsuiki, artista tessile
“Siamo stati ispirati dagli elementi architettonici dell’edificio storico dell’Università Statale, in particolare dallo spazio di fronte al Sant’Ambrogio e dallo Scalone d’Onore, nella sua incantevole penombra.” Naoyuki Shirakawa, architetto
Le 55 primavere del Salone
Progetto di Lorenzo Marini Group
Nel Cortile d’Onore è stata esposta un’installazione celebrativa del Salone del Mobile.Milano, che nel 2016 è giunto alla 55ª edizione. La composizione tridimensionale ha presentato la nuova immagine del Salone, ideata da Lorenzo Marini, protesa tra passato e futuro: un intreccio tra il numero 55, foneticamente musicale, e l’occhio, primo simbolo usato dal Salone nel 1961. Un avvenimento che attesta un importante punto d’arrivo per la manifestazione milanese.
Ron Arad + Tom Vack
Mostra di Tom Vack con Moroso
“Quando penso ai confini aperti penso alle persone con cui ho lavorato, sempre sul margine tra arte e design. Ron disegna ogni sedia come se stesse scrivendo il suo nome, ogni cosa perfettamente proporzionata. Così posso capire che i suoi confini sono la sua persona.” Tom Vack, fotografo
“Sono seduto su una sedia che si chiama Tom Vack. Quando ho dovuto dare un nome a questa sedia originariamente doveva essere Vacuum Formed. Alcuni anni dopo incontrai Tom che mi disse: ‘Ron, sai cosa mi hai fatto? Tutte le volte che vado a una festa o in un bar le persone mi chiedono: ‘Come ti chiami?’ E io dico: ‘Tom Vack’. ‘Cosa? Hai preso il nome da una sedia?’ Sono molto felice quando non ci sono confini e quando qualcosa è aperto. Queste fotografie erano fatte per essere stampate sui libri, ma ora i confini sono aperti e le foto sono sulle pareti.” Ron Arad, designer
Scorched or Blackened
Progetto di Paolo Belardi e Aba – Accademia Belle Arti di Perugia. Promosso da Regione Umbria
“L’installazione è concepita come ‘casa nella casa’, ovvero come forma di incorporazione virale; un lungo velario vetrato, che protegge i materiali veri dell’installazione, che non sono l’installazione ma il suo contenuto. Quattro sperimentazioni su altrettanti materiali tradizionali della Regione Umbria, condotte da quattro designer-artisti dell’Accademia di Belle Arti di Perugia: la ceramica per Arthur Duff, il legno per Marco Fagioli, la carta per Pietro Carlo Pellegrini, il vetro per Paul Robb. Da due anni a questa parte l’Accademia di Belle Arti di Perugia ha avviato, su incarico della Regione Umbria, un nuovo percorso di costruzione ideologica, che in qualche modo è il viatico per il futuro, una nuova Umbria che sa guardare oltre. Credo che oggi più che mai i confini non vadano aperti, ma annullati; la nostra installazione ha in qualche modo forzato Open Borders verso No Borders.” Paolo Belardi, ingegnere e direttore Aba
The Great JJ
Realizzazione Leucos
“Abbiamo scelto di creare delle mini-installazioni composte da tre Great JJ, enormi lampade alte oltre quattro metri, intrecciate fra loro, caratterizzate da colori nuovi. The Great JJ è una lampada nata, creata, inventata come luce da scrivania, con il braccio orientabile a molle; il contrasto tra l’abitudine a pensarla di dimensioni piccole sul tavolo, mentre qui la si vede così alta e smisurata, trasmette la sensazione di trovarsi in un’altra dimensione. Un progetto come questa installazione, che è temporanea, legata a un’unica occasione, per me ha una valenza importante perché consente di realizzare idee al limite dell’impossibile.” Riccardo Candotti, presidente Leucos
X1: the Story of a Family Passion
Mostra a cura di Carlo Bach con illy
“La mostra indaga il confine della percezione: è basata sull’idea dell’anamorfosi, di riuscire a leggere qualcosa solo da un particolare punto di vista. L’idea di base è di riprendere il colonnato e crearne un clone; in questo colonnato fittizio, attraverso un gioco di anamorfosi, è possibile leggere parole che mettono in relazione il passato e il presente delle macchine da caffè. Il Salone del Mobile è il vero momento di sperimentazione in Italia, sul progetto e sui materiali. Interni consente di spingersi oltre al normale rapportarsi con un’installazione. Abbiamo lavorato anche sull’idea di avere un momento per il caffè in un luogo che è un’installazione, fruibile anche come punto d’incontro.” Carlo Bach, direttore artistico illycaffè
Orto Botanico di Brera
Via F.lli Gabba, 10 / Via Brera, 28
My Equilibria, The Wellness Park: un albero in cemento ultra-performante per lo sport all’aria aperta. Un totem urbano per favorire benessere e aggregazione.
MyEquilibria, The Wellness Park
Progetto di Vito Di Bari con Metalco Active
“All’Orto Botanico è nata una nuova specie di albero: MyEquilibria. È un albero fatto per la gente, per questo il suo nome inizia con ‘My’. Questa scelta deriva dal fatto che, come dice Frank Chimero, designer multidisciplinare, “la gente ignora il design che ignora la gente”; un concetto che esprime l’anima stessa del design. La relazione con il tema Open Borders si cela all’interno dell’albero, e rappresenta anche la mia personale idea di design: nascondere la tecnologia di prossima generazione all’interno di un oggetto sofisticato. Il materiale utilizzato per costruire l’albero è un cemento ultra-performante integrato con fibra di carbonio e fibra di vetro: ha le capacità tattili, vellutate, di un materiale a misura d’uomo, ha l’eleganza del cemento, ma anche la flessibilità del metallo. E questo rende l’albero unico. La nostra ambizione è di ispirare non soltanto una riflessione, ma una modalità di benessere, una qualità di vita maggiore.” Vito Di Bari, designer