Definito da Vittorio Gregotti come “l’uomo più elegante di Milano”, si è spento all’età di 102 anni l’architetto milanese Luigi Caccia Dominioni, nato il 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio in piazza Sant’Ambrogio, nella casa natale di fronte alla Basilica del patrono meneghino, da lui ridisegnata nel 1947/49.

Un’architettura colta e contemporanea, fuori dagli schemi di ogni ideologia precostituita e riferimento architettonico indiscusso nel paesaggio urbano della città.

 

Tutta l’opera di Luigi Caccia Dominioni nasce dal progetto di architettura, o meglio dal pensare all’architettura come un fenomeno di sintesi e unitario in cui convergono disegno degli arredi e degli oggetti in stretta sintonia con la configurazione degli interni, disegno urbano e intervento artistico (i mosaici a pavimento di Francesco Somaini sono parte integrante della composizione generale delle parti dell’edificio assunto come un organismo complesso).

 

Come ha più volte dichiarato lui stesso, Caccia si è sempre considerato anzitutto “un piantista”: dal disegno della pianta, dall’idea degli spazi abitabili, giocati da una logica legata ai movimenti dell’uomo, nascono ragionamenti che sfociano nella soluzione di facciata, ma emergono anche spunti per il disegno di oggetti e arredi, accessori e lampade, maniglie e porte.
Rimangono le sue opere di architettura, indelebili e capaci di superare il tempo, nella Milano del nuovo millennio.

 

Testo di Matteo Vercelloni

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Ritratto di Luigi Caccia Dominioni al tavolo di lavoro. Ph. by Gabriele Basilico, da Interni ottobre 2007.
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Edificio residenziale in via Ippolito Nievo a Milano. Ph. by Paolo Rosselli, tratta da Interni ottobre 2007.
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Casa Caccia Dominioni in piazza Sant'Ambrogio a Milano. Ph. by Gabriele Basilico, da Interni ottobre 2007.
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Edificio residenziale in piazza Carbonari a Milano. Ph. by Gabriele Basilico, da Interni ottobre 2007.