Sofisticati rubinetti e bocche di erogazione Cea per il recupero dell’ala est del Museo di Castelvecchio di Verona

Il dialogo è il concetto alla base del progetto di recupero dell’ala est del Museo di Castelvecchio di Verona, lasciato incompiuto da Carlo Scarpa nel suo magistrale restauro del 1964.

Lo studio Bricolo Falsarella ha ideato per l’ingresso un grande e sottilissimo pannello in ferro che crea un filtro tra l’androne e la sala del mosaico, oltre ad indicare, mediante due incisioni, il percorso. Il pannello diventa così un espediente narrativo che divide e al contempo unisce, anticipa e rallenta, separa invitando al passaggio.

La nuova sala espositiva si distingue per le alte pareti in mattoni a vista e l’antico pavimento di epoca romana. Il mosaico è visibile sia dalla sala sia dalla piazzetta dell’Arco di Gavi dove è stato rinvenuto, creando una relazione visiva e fisica che restituisce significato all’intervento scarpiano.

Gli interni sono caratterizzati da polifonie materiche: intonaci e muratura a vista raccontano la storia dell’edificio, mentre le superfici riflettenti in ferro nero inseriscono nel progetto il tema del passaggio, delle ombre e del movimento.

Temi richiamati anche dai lavabi ideati sul principio della tracimazione dell’acqua. I sofisticati rubinetti in acciaio inox satinato Giotto di Cea riprendono le linee rotonde dei lavabi mentre le bocche di erogazione Free Ideas ricordano le sorgenti d’acqua, tanto care a Carlo Scarpa.

 

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Ph. Nicolò Galeazzi / Atelier XYZ
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