Nella progettazione di Vanke Pavilion, Daniel Libeskind si è ispirato ad una serie di evocazioni che spaziano dall’antico pensiero di Confucio e Lao Tzu, al Rinascimento e all’arte contemporanea. Architettonicamente, le geometrie sinuose e un senso di continuo fluire tra l’interno e l’esterno, accompagnano il visitatore in un viaggio attraverso lo spazio e il tempo, la tradizione, i valori e le relazioni umane. Uno spazio unico dove celebrare e riflettere sulla storia della civiltà, della tecnologia e del XXI secolo.

Il progetto, curato dallo studio di Daniel Libeskind, con allestimento degli interni di Ralph Appelbaum e progetto grafico di Han Jiaying, si impone per la forte carica figurativa che, attraverso l’organica plasticità dell’involucro parametrico, richiama l’attenzione sulle questioni chiave proposte dal tema di Expo Milano 2015, attraverso la rivisitazione di un tradizionale Shitang: la sala da pranzo cinese.

Elemento di forte richiamo e riferimento per i visitatori di Expo, lo spettacolare involucro del padiglione, interamente rivestito con lastre di grès porcellanato tridimensionali di un evocativo colore rosso lacca. Il rivestimento è realizzato da lastre tridimensionali di grès porcellanato smaltate di un evocativo rosso lacca. La tinta è una cromia speciale formulata e messa a punto appositamente per questo progetto nel laboratorio tintometrico di Casalgrande Padana. Il materiale ceramico adottato per il padiglione Vanke appartiene alla serie Fractile, firmata dallo stesso Libeskind.

Queste lastre si caratterizzano per la particolare soluzione adottata per lo strato di finitura che, attraverso speciali procedimenti di lavorazione e un originale disegno geometrico a bassorilievo, produce un effetto dinamico tridimensionale. Enfatizzata da una velatura metallescente, la materia ceramica sottoposta esposta alla luce si scompone e ricompone in molteplici riflessi luminosi che movimentano l’involucro.