La seconda giornata di CNAPPC alla mostra Interni Human Spaces durante il FuoriSalone 2019 è stata arricchita dalla Lectio Magistralis dell'architetto Guido Canali

 

Guido Canali, parmense classe 1935, appartiene alla generazione dei maestri attivi dagli anni 60 e 70. Professionista e docente, divide la sua attività tra gli studi a Parma, Siena e Monaco di Baviera e la Facoltà di Architettura di Ferrara. Il suo lavoro si è misurato con lo spazio abitativo nei complessi residenziali sviluppati sul tema della casa padana, a Parma, Reggio Emilia, Sassuolo e con gli ambienti di lavoro.

Tra le sue opere più recenti i nuovi Headquarters Prada a Valvigna (Ar) in cui è applicato il modello della fabbrica giardino che prevede piante e alberi su tetto, terrazzi e giardini interni. E ancora la sede e uffici per Smeg a Guastalla (Re), il Maglificio GranSasso a Teramo. "Interventi collegati da un filo verde rappresentato dall'intenzione di usare il verde, la natura come elemento rasserenante, un aiuto a trascorrere le giornate di lavoro", ha raccontato Canali.

L'architetto si è cimentato anche con restauro e riallestimento di edifici storici e musei, diventando uno tra i più raffinati interpreti dell'architettura italiana al servizio della museografia, si pensi al recupero dell'antico complesso ospedaliero di Santa Maria della Scala a Siena divenuto centro museale e congressuale, al restauro e riuso della Pilotta e all'allestimento della Galleria Nazionale a Parma, al Nuovo Grande Museo del Duomo a Milano, all'ampliamento e nuovo allestimento del Museo delle Statue Stele Lunigianesi a Pontremoli (Ms).

"Il recupero e l'allestimento di uno spazio museale per me è sempre un lavoro complesso che richiede invenzioni concettuali particolari per reinventare uno spazio. Al fine di creare un percorso avventuroso, suggestivo, quasi uno spettacolo, un'atmosfera di racconto fantasioso: questo è interessante in un museo perchè tiene sveglia l'attenzione del visitatore", ha spiegato Canali.

Un atteggiamento di grande rispetto per la quota originale, con recupero di materiali storici, finiture e pavimenti originali. Il restauro come aderenza fedele al manufatto storico. Il tentativo di riannodare un percorso mettendo in successione ambienti spesso separati e isolati. Una rilettura degli spazi per recuperare situazioni che rivelano i precedenti interventi. Con grande rispetto e umiltà.

Testo di Danilo Signorello - Foto di Efrem Raimondi