Moderati dal giornalista di Radio24 Maurizio Melis, Moritz Waldemeyer, light designer, e Cesar Muntada, responsabile light design Audi, hanno guidato il pubblico attraverso gli scenari luminosi dell’auto protagonisti di un futuro ormai non più così lontano.

Il 90 per cento delle informazioni che riceviamo arriva attraverso gli occhi. Gli occhi di un’automobile sono i fanali. L’estetica dei gruppi ottici di un’auto ne caratterizza la linea, con accenti più o meno marcati. “Occhi” realizzati con diverse tecnologie: Led, Oled, laser Matrix.

I sistemi di illuminazione per Audi sono un marchio di fabbrica. La casa di Ingolstadt, ha raccontato Muntada, sta infatti integrando il lavoro di designer e ingegneri nella progettazione delle automobili a partire dalla luce.

Fari laser Matrix di estrema precisione capaci di proiettare le misure dell’auto sulla carreggiata; led organici (Oled, una sorta di pasta spalmata sulla carrozzeria e attivata da una tensione elettrica) per illuminare solo le parti necessarie come fiancate o maniglie; luci posteriori a sciame in cui i fanali spariscono e diventano un fascio luminoso a flusso continuo che si integra nell’auto con un movimento organico, liquido.

Fari che diventano vere e proprie installazioni interattive, gruppi ottici grazie ai quali la luce diventa capace di interagire con tutto ciò che ha intorno: la strada, i pedoni, la segnaletica stradale.

E in questo loro diventare installazioni interattive è possibile cogliere il punto di contatto con il light design. Waldemeyer ha spiegato come per esempio la luce Led sia stata per lui una scoperta positiva, sorprendente, che gli ha permesso di realizzare opere (tra tecnologia, arte, moda e design) prima impensabili, perché la luce tradizionale mancava di profondità, di peso (la luce, per definizione, non ha peso, ma il suo peso è paradossalmente importante).

Due progetti del light designer tedesco che raccontano questo uso della luce sono visibili al FuoriSalone di Milano da Paul&Shark in zona Brera, dove la magia della luce accende le forme dell’acqua, e da FontanaArte in corso Monforte 13, con installazioni artistiche e interattive.

Luce come tecnologia e luce come arte quindi. Mondi lontani accomunati dalla volontà di sorprendere, di emozionare, di andare oltre. Espressioni della creatività umana che gioca con la luce davanti alle quali spesso ci chiediamo: perché? Dimenticando che la luce è la prima cosa che vediamo quando veniamo al mondo e l’ultima prima di lasciarlo. Senza un perché.

 

Testo di Danilo Signorello – foto di Efrem Raimondi

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Da destra, Cesar Muntada, Maurizio Melis, Moritz Waldemeyer
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Cesar Muntada
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Moritz Waldemeyer
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Audi R8
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Un'installazione di Moritz Waldemeyer