Ettore Sottsass e Martino Gamper sono i protagonisti della mostra Re – Connection realizzata da Alpi, all’interno dello showroom in Via Solferino 7, Milano.

Re – Connection mette in comunicazione i diversi approcci progettuali dei due designer al materiale Alpi, con l’inedito pattern ligneo realizzato da Ettore Sottsass per l’azienda agli inizi degli anni 80 e l’ interpretazione da parte di Martino Gamper.

Due visioni stilistiche che si incontrano in questo materiale raccontando un percorso di riconnessioni materiche e creative: da un lato la riedizione della collezione Alpi Sottsass che riprende il disegno realizzato dall’architetto declinato nelle cromie originali, dall’altro l’evoluzione di questa superficie lignea in alcuni elementi d’arredo realizzati in esclusiva da Martino Gamper.

Un racconto che evidenzia e celebra la collaborazione tra Ettore Sottsass ed Alpi, nata dalla stessa passione per la ricerca e libertà estetica, ed un nuovo incontro con l’unicità e contemporaneità del linguaggio di Martino Gamper.

Abbiamo incontrato Gamper nel giorno dell’inaugurazione e gli abbiamo chiesto di raccontarci come è nata questa nuova avventura.

Da dove nasce l’idea di Re-Connection?
Sono stato chiamato da Vittorio Alpi a reinerpretare i legni che Sottsass aveva disegnato negli anni 80. In azienda, mi hanno fatto trovare un blocco del suo materiale. Rosso. “Vorremmo che tu ci facessi qualcosa!”, mi hanno detto.

Come ti sei posto nei confronti di questo progetto?
Non volevo utilizzare semplicemente il materiale, così, l’ho rielaborato. Variando l’angolazione cambia la venatura, bastano 5 o 6 gradi: l’idea era di aggiungere un’altra dimensione, tirando fuori venature diverse, e disegnare una struttura più tridimensionale. Così ho tagliato, girato e incollato il materiale originale e con il risultato ho realizzato i tre pezzi unici d’arredo.

Qual è il risultato?
Sono mobili che idealmente compongono una stanza minima: una libreria, un mobiletto e una sorta di separé. Ho cercato di vedere Sottsass sotto un’altra angolazione, di inclinare, letteralmente, ciò che lui ha fatto. Quando ho visto per la prima volta il suo tranciato, ero molto giovane e naif, avevo 16 anni, pensavo che ci fosse davvero un albero con quelle venature, un albero Memphis!.

Come ti sei trovato a lavorare con il materiale di Alpi?
E’ molto affascinante usare i tranciati di Alpi: non parti da un albero ma da una lastra di 1 o 2 mm. E’ un supporto, non la materia in sé, e dunque hai tantissime possibilità progettuali in più.

Quale grande lezione lascia Sottsass?
Il dovere di sentirsi libero. Quando una persona è creativa, non deve lasciarsi limitare da quello che ha intorno (industria, materiali ecc). Il progetto è un viaggio a liberarsi da tutto e trovare solo nuove idee. Con Sottsass abbiamo qualcosa in comune: entrambi nasciamo da madri tirolesi! Inoltre suo padre ha progettato la sede del comune di Merano, dove son nato, e ogni volta che ci passo davanti, non posso non pensare a lui.

(Katrin Cosseta)

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Martino Gamper, a sinistra, e Vittorio Alpi.
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Martino Gamper, a sinistra, e Vittorio Alpi.
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Martino Gamper davanti al Cabinet.
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Martino Gamper, Cabinet. ph. Federico Cedrone
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Martino Gamper, Cabinet. ph. Federico Cedrone
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Martino Gamper, Cabinet, dettaglio. ph. Federico Cedrone
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Martino Gamper, Library. ph. Federico Cedrone
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Martino Gamper, Library. ph. Federico Cedrone
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Martino Gamper, Library, dettaglio. ph. Federico Cedrone
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Martino Gamper, Screen. ph. Federico Cedrone
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Martino Gamper, Screen. ph. Federico Cedrone
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Martino Gamper, Screen, dettaglio. ph. Federico Cedrone
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Alpi Sottsass. ph. Federico Cedrone
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Alpi Sottsass. ph. Federico Cedrone