Le opere d’arte nate dall’inedita collaborazione tra lo stilista e Zanichelli

Nonostante Marras, via Cola di Rienzo 8, Milano

fino al 21 novembre

 

Zanichelli, nell’ambito della campagna rivolta alla sensibilizzazione sulla lingua, italiana e straniera – #laculturasifastrada -, ha chiesto a Antonio Marras di plasmare il vocabolario di italiano per eccellenza.

Il risultato del lavoro dello stilista di Alghero sono 16 opere d’arte nelle quali la materia del vocabolario è stata trattata e fusa con altri elementiPer l’occasione è stato allestito nell’atelier milanese Nonostante Marras un vero e proprio percorso museale scandito da teche. 

Otto opere saranno protagoniste di una serata a invito al Mudec presso il ristorante di Bartolini dove si terrà un’asta di beneficenza con madrina Geppi Cucciari.

 

“L’urgenza di tradurre in segno quel che c’è intorno e dentro di me, nel tempo, si è fatta sempre più pressante. Come se avessi qualcosa che vuol venir fuori e non riesco ad arginare. Cerco di vedere ciò che nelle cose non si vede, ciò che è nascosto. Tendo a captare e fissare tratti, pennellate, immagini su qualsiasi materiale abbia sotto mano.

Mi affascina sporcare, imbrattare, rendere impuro, porre a contatto superfici, oggetti diversi. Trascorrere lunghe ore, dimentico di tutto e di tutti. Un foglio bianco, piccoli spazi di pagine già scritte, quaderni usati, vecchie copertine di libri, carta o cartone, cartoline, brandelli di stoffa, tutto chiede di essere riempito.                                                                                                               

Da incosciente quale sono un  vocabolario diventa l’oggetto ideale per raccontare, fuori dalle righe, fuori dai margini. Linee, disegni, pasticci, garze, fil di ferro, cemento, occhi di bambola, soldatini, bruciature, spine, suture, bulloni, trasferibili, sono le mie parole inespresse, il codice attraverso cui si materializza il mio mondo. Accumuli, stratificazioni, assemblaggi si oppongono a levare, sottrarre, ridurre. Lottano contro la platitude, la piattezza, la banalità, il luogo comune. Vince l’eccesso, l’eccentricità.”

 

Zanichelli e Marras realizzano così un inedito connubio accomunato dalla volontà di diffondere la cultura e dalla convinzione che “la moda è un linguaggio, un codice, un modo per comunicare, e gli abiti sono parole di un grande vocabolario”. 

Parola di Antonio Marras.

 

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Ph. Daniela Zedda
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