In occasione della grande antologica che celebra i 90 anni di Arnaldo Pomodoro, promossa dal Comune di Milano-Cultura e curata da Ada Masoero in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro, la Fondazione Marconi ripropone la mostra Un centesimo di secondo.

 

Incentrata sulle ricerche del maestro relative al movimento delle masse scultoree, l’esposizione, che ebbe luogo nel 1971 allo Studio Marconi, comprende una selezione di opere realizzate dal 1966 al 1971 (grandi disegni, studi, sculture in acciaio e fiberglass).

 

Tutta l’essenza dell’arte di Arnaldo Pomodoro sta nell’immagine spaccata di una forma perfetta e coerente; la sua metafora personale nel dialogo tra esterno e interno, quasi sempre presente nelle sue opere.

A questa dialettica corrispondono molteplici significati.

Distruggendo le forme tradizionali Arnaldo Pomodoro esprime la libertà da ogni costrizione. Portare a galla l’energia della materia significa privare la forma geometrica della sua staticità fisica e metterne in dubbio la stabilità ideologica, ipotizzando così un nuovo tipo di monumento. Infine, liberare la scultura dalla ponderalità gravitazionale, fa in modo che essa acquisisca una sua dinamica e la trasformi in “scultura in movimento”.

 

A quarantacinque anni di distanza, quel “movimento di crollo”, colto per un centesimo di secondo nel volume “monumentalmente fermo” della massa scultorea, è ancora sotto i nostri occhi.

Invenzione poetica tuttora attuale, sorprendente ed emozionante, sovverte ogni ordine prestabilito e, contro tutte le leggi della statica, ci permette di cogliere la sospensione dell’attimo, di un divenire che non avrà mai luogo.

 

 

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Mostra allo Studio Marconi, Milano 1971 - Foto Francesco Radino
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Grande disegno, 1971- Foto Dario Tettamanzi
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Grande disegno, 1971- Foto Dario Tettamanzi
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Grande disegno, 1971- Foto Dario Tettamanzi
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Grande disegno, 1971- Foto Dario Tettamanzi