Una struttura camaleontica, che cambia al variare del punto di vista, si mette in relazione con l’ambiente e il trascorrere del tempo. Kōchu è espressione della tensione tra materiale e immateriale e il suo nome significa “pilastri di luce“.

Si compone di 1160 lamine in alluminio da 3 metri per 7 cm di larghezza che, assemblate tra di loro, raggiungono un’altezza complessiva di 12 metri. La sola torsione degli elementi rende la composizione architettonica incorporea e in relazione variabile con il contesto.

Realizzate con il materiale giapponese Fortina produced by Toppan, le lamine, rivestite solo da un lato con pellicole effetto legno e metallo, vengono a creare giochi cromatici e chiaroscurali sulla superficie interna ed esterna dell’installazione.

Luca Trazzi mette in scena, con il linguaggio della trasparenza, della leggerezza e della forza che da esse deriva, l’identità giapponese di Fortina produced by Toppan. Ne interpreta anche la qualità materica, la vastità e il potenziale dei prodotti. L’installazione interagisce anche con la luce.

Quella naturale, incidendo differentemente nelle ore del giorno, ne cambia la percezione, mentre quella artificiale, incassata ai piedi della base, radente e digradante sulla superficie esterna, smaterializza progressivamente il volume dell’opera che risulta evanescente, fisica ma in continuo mutamento.

Realizzazione: Fortina produced by Toppan

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Luca Trazzi